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Paolo Ruffini, come trasformare il David nella sagra delle puzzette

TELEBESTIARIO di Francesco Specchia

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A Napoli direbbero "a'pucchiacca mane e'creature". E non traduco perché – quando vuole - il napoletano sa essere molto più volgare del livornese medio (anche se in questo caso il livornese medio, Paolino Ruffini, era volgarissimo); ma significa più o meno: non affidare agli incompetenti qualcosa di più grande di loro.

Ci vorrebbe un plotone d'esecuzione per quel dirigente Rai che, proprio mentre la Rai è nell'occhio del ciclone, ha scelto, sprezzante del pericolo, di affidare la conduzione della Notte dei David di Donatello (martedì Raimovie prima serata e Raiuno seconda serata) al comico Paolo Ruffini, quello di Colorado. Che ha condotto il Premio Strega del cinema d'autore italiano come si trattasse della sagra maremmana delle puzzette.

a serata si sa com'è andata, gira viralmente su ogni social: un'accozzaglia di volgarità, di interiezioni stile Vernacoliere ("Ganzo", "Abbestia") e di palate nei denti allo stesso Ruffini che dice a Sofia Loren "lei è sempre una topa meravigliosa" e Sofia ne prende gelida le distanze: "Non so neanche cosa significa, perché lei parla un dialetto che io non conosco". Ruffini non ne azzecca una, e pensa che – come gli fanno spesso credere - le sue scivolate sdrammatizzino il contesto. Paolino afferma che Marco Bellocchio, di cui probabilmente non sa nulla, sia stato scoperto al Moma e si becca conseguente cazziatone. Paolino si lascia bastonare dal conterraneo Virzì: "Io capisco tutto, però modera un po' il linguaggio, il lessico, sennò poi devono sottotitolare. Fai a modino, Paolino". Paolino ingoia il commento finale alla sua performance di uno spazientito Valerio Mastandrea: "Vogliamo fare un applauso per un altro che c'ha provato e non c'è riuscito?". Ecco, direi che l'applauso è eccessivo.

Mai come quest'anno i David hanno risaltato, nella loro necessaria e un po' polverosa cornice d'austerità, la grandezza del nostro cinema: premiare gli internazionalmente strapremiati Sorrentino e Virzì è quasi una botta di orgoglio patrio. Mettere alla guida della serata Anna Foglietta – comunque innocua - e Ruffini è quasi offensivo. Eppoi Ruffini è contrattualizzato con la concorrenza Mediaset. Il che mi evoca una frase che mi disse Sergio Romano: "Se dobbiamo assumere degli ambasciatori esterni meglio prenderli competenti, perché di incapaci abbiamo già i nostri...". Ogni riferimento è puramente casuale...

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