Milan, ecco Menez: ma dalla Francia precedenti negativi
Da Combin a Rami, sono più le delusioni che le stelle vestite di rossonero
E con l'arrivo di Jeremy Menez sono 14, un numero che nel calcio ha da sempre un suo bel perché. Stiamo parlando dei giocatori francesi - quelli con questa nazionalità nel mondo del calcio - che hanno vestito la maglia del Milan dal 1899 a oggi. Da Nestor Combin, argentino naturalizzato francese a Menez il passo è lungo 45 anni. Un percorso turbolento, un amore tra due modi di concepire il calcio però, vedendo i risultati, mai del tutto sbocciato. Negli anni sono state più le delusioni che i grandi colpi, con la speranza rossonera che l'ex romanista sia un'eccezione da mettere lì a far compagnia a Papin e Desailly.
Milan, ecco Menez: ma dalla Francia precedenti negativi
Nestor COMBIN ('69-'71): Il centravanti argentino, naturalizzato francese con otto presenze e quattro gol con la maglia dei "Galletti" fu il primo nazionale transalpino a giocare in Serie A. Lo fece a Torino sulle due sponde, mentre a Milano vinse una Coppa Intercontinentale nel 1969 e segnando un gol in finale. Faccia da pugile, capelli sempre spioventi sulla fronte, labbra grosse, uno scatto micidiale, Combin era soprannominato La foudre, la folgore. Considerato disertore in Argentina, fu picchiato a sangue durante Estudiantes-Milan, e a fine partita fu arrestato.
Jean Pierre PAPIN (92-94): Arrivò in rossonero da Pallone d'Oro. Con il Milan vinse due scudetti non da titolare, ma trovando 18 reti in 40 partite di campionato. Non ebbe un rendimento da miglior giocatore d'Europa, ma non fu una delusione.
Marcel DESAILLY (93-98): Battè il Milan in finale di Coppa dei Campioni nel 1992 e nell'ottobre del 1993 vestì il rossonero. Ebbe un impatto fantastico nel centrocampo di Capello con l'apice raggiunto con il gol al Barcellona nella finale di Coppa dei Campioni nel 1994. Lui è stato forse l'ultimo fuoriclasse francese della storia del Milan.
Patrick VIEIRA (95-96): Lui il non ebbe il tempo di diventare un fuoriclasse in rossonero, lo avrebbe fatto in seguito. Per questo non si può annoverare come un acquisto azzeccato, piuttosto come una cessione frettolosa. Arrivato a 19 anni dal Cannes, a Milan non seppere aspettare la sua maturazione cedendolo all'Arsenal dopo sole 2 presenze ufficiali.
Christophe DUGARRY (96-97): La sua doppietta in Bordeaux-Milan, Coppa Uefa 1996, fece innamorare la dirigenza rossonera che lo portò a Milanello l'anno successivo. Ventisette presenze, 5 gol. Un bottino magrissimo che gli costò la cessione a fine stagione con tanto di status da "meteora" acquisito.
Ibou BA (97-03): Esordisce nel Milan di Capello nel 1997 segnando un gol a San Siro alla seconda giornata. Negli anni però non mantiene le premesse intraviste dal presidente Berlusconi, altalenando buone giocate a errori banali. Qualche assist riesce a piazzarlo per i compagni, ma i tifosi rossoneri non lo ricordano con affetto certamente per le sue giocate in campo.
Bruno N'GOTTY (98-99): Arrivò dal Psg ma con la maglia del Milan non ebbe un grande impatto. Vinse lo scudetto con Zaccheroni nel 1998-99, segnando un gol decisivo a Bologna nel 2-3 finale. Nella stagione successiva fu girato al Venezia. Con i tifosi abituati a Baresi, Maldini, Costacurta eccetera, non fu sicuramente apprezzato.
Vikash DHORASOO (04-05): Preso dal Milan a parametro zero, con Ancelotti giocò meno di 1000 minuti con sedici presenze. Chiuso da Pirlo e dai fenomeni di quell'annata, tornò in patria già a giugno.
Yohann GOURCUFF (06-08): Un'eterna promessa in un mondo diverso. Acquistato dai rossoneri con tutte le speranze che una stella della Francia Under 21 portava con sé, Gourcuff a Milano ha sempre sofferto il carisma dello spogliatoio senza mai riuscire a lasciare il segno. Cinquantadue apparizioni totali e tre gol, fino alla cessione al Bordeaux. Poi al Lione, ma la sua maturazione deve ancora avvenire.
Mathieu FLAMINI (08-13): Cinque anni al Milan con un ingaggio spropositato. Viene ricordato anche per questo, ma non solo, Flamini prima e dopo l'Arsenal. Un giocatore tutto grinta e muscoli, utilizzato anche come terzino da Ancelotti, ma non certo un uomo su cui costruire una squadra. Fa il suo, ma niente più e dopo essere arrivato a zero euro, alla stessa cifra se ne torna a Londra.
Philippe MEXES (11-): Lui è la croce e la delizia dei tifosi e degli allenatori. Difficile capire le percentuali, anche se l'umore della piazza nei suoi confronti forse propende per la parte negativa. Acquistato a costo zero dalla Roma, non fa fare il salto di qualità alla difesa rossonera, ma a volta sa essere decisivo quando non perde la testa. Il gol di Siena che regala la qualificazione Champions nel 2013 e il gol in rovesciata contro l'Anderlecht le sue perle.
Mbaye NIANG (12-13): Una testa calda che a Milanello è transitata per pochi mesi e senza mai trovare il gol. Le potenzialità ci sono tutte, giurano in Francia, ma in maglia rossonera sul campo si sono solo intraviste. Decisamente più limpide le "doti" caratteriali che convincono la società a rispedirlo in Francia a maturare. I problemi con le auto e la patente sono in via di risoluzione.
Adil RAMI (14-): Dai tempi di Desailly, forse, è il giocatore francese più apprezzato dalla tifoseria. Merito del suo carattere, ma anche dell'impegno e la dedizione mostrata in campo. Il Milan sta provando a riscattarlo dal Valencia con uno sconto. Non è Baresi, certo, ma è un buon difensore.
Jeremy MENEZ (14-): E' lui il quattordicesimo uomo, l'ultimo arrivato in ordine cronologico. Su di lui ha puntato Pippo Inzaghi, scegliendolo e convincendolo sulla spiaggia di Ibiza. E' reduce da stagioni altalenanti tra Roma e Parigi, ma la speranza del popolo rossonero è che abbia le qualità tecniche e fisiche per essere ricordato a lungo in positivo. A dispetto di quanto dichiarò il presidente del Monaco prima di cederlo alla Roma: "Abbiamo rifilato un pacco".
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