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Staminali come arma velenosa per il tumore al pancreas

Esperimento di successo per le cellule modificate per produrre sostanze tossiche in grado di stroncare il tumore senza intaccare i tessuti sani

-afp

Trasformare le cellule staminali in modo che producano un veleno in grado di uccidere il tumore. Questo l'obiettivo dell'Università di Modena e Reggio Emilia e del Policlinico modenese. Qui, un gruppo di ricerca ha messo a punto uno studio sulla terapia genica per il tumore del pancreas che è stato pubblicato su Human Gene Therapy.

Fondi anche dall'Airc - Il progetto è stato inizialmente finanziato dal ministero della Salute e da quello dell'Università, poi ha avuto anche un contributo dall'Airc.

Un "cavallo di Troia" - Nello studio sperimentale, le staminali sono modificate per produrre sostanze selettivamente tossiche in grado di eliminare il tumore. L'oncologo Massimo Dominici, nel team di ricerca, ha spiegato: "Nel tumore del pancreas la componente di accompagnamento costituita da cellule stromali maligne è molto alta. Così abbiamo pensato di ingannare il tumore fornendogli cellule stromali normali in grado di produrre una molecola tossica, una sorta di cavallo di Troia" .

Lo stroma è la parte del tumore che fornisce il microambiente necessario affinché le cellule tumorali possano crescere. Mario Luppi, direttore dell'Ematologia del Policlinico, ha aggiunto: "E' una sorta di scudo protettivo nei confronti sia delle nostre capacità di difesa contro il cancro sia della chemioterapia. Quindi interferire nei rapporti tra stroma e tumore rappresenta una chiave per terapie più efficaci, anche a base di cellule staminali".

Si attendono ulteriori studi - Lo studio è iniziato nel 2011 con risultati definiti incoraggianti. Alcuni esperimenti hanno infatti dimostrato che era possibile uccidere le cellule di tumore del pancreas già a partire da 24 ore dal trattamento. Entro la fine dell'anno verrà conclusa la fase pre-clinica di studio sull'animale e comincerà l'iter che lo porterà, se le premesse saranno confermate, alla sperimentazione sul paziente.

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