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Trentino, accolto il ricorso contro l'uccisione dell'orsa Gaia

L'istanza era stata presentata al Tar di Trento dalle associazioni animaliste e ambientaliste. Il ministro dell'Ambiente aveva parlato di "un'ordinanza spropositata"

Il Tar di Trento ha accolto parzialmente il ricorso contro l'uccisione dell'orsa JJ4-Gaia, che in Trentino aveva aggredito padre e figlio sul Monte Peller, già annunciato nei giorni scorsi. L'istanza era stata presentata dalle associazioni animaliste e ambientaliste contro l'ordinanza di abbattimento firmata dal presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti.

Il ricorso alla giustizia amministrativa è stato presentato da Lav, Wwf, Lac, Lipu e Lndc. Il Tar, in sostanza, ritiene che prima dell'abbattimento - comunque previsto dal protocollo Pacobace in caso di pericolosità - la Provincia di Trento debba prima mettere in campo misure come la cattura e la reclusione dell'animale, oltre che procedere ad applicare all'orsa il radiocollare.

"JJ4-Gaia, almeno per ora, è salva, ma ci saranno presto altre udienze. Faremo tutto il possibile insieme ai nostri avvocati perché lo possa essere per sempre. Vi terremo aggiornati sui prossimi sviluppi! Voi continuate a sostenerci e a farvi sentire in difesa di questi splendidi animali", ha scritto la Lega antivivisezione sui suoi canali social.

In mattinata il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, aveva annunciato: "Giovedì sera abbiamo formalizzato la richiesta all'Avvocatura Distrettuale dello Stato di proporre con urgenza ricorso dinnanzi al Tar per ottenere l'annullamento dell'ordinanza di abbattimento dell'orsa Gaia. Il nostro scopo è quello di garantire la migliore convivenza possibile fra uomo e natura".

"Sappiamo  - ha aggiunto Costa - che la coesistenza pacifica fra specie umana e orsi è possibile e l'ordinanza, che contiene l'ordine di abbattimento per Gaia, è
una misura decisamente sproporzionata rispetto all'eccezionalità di quanto accaduto". 

A Trento, l'8 luglio, era apparso un  gazebo in piazza Dante con alcuni cartelloni e una trentina di manifestanti, che protestavano contro le politiche provinciali in materia di orsi. "Bears without fears", ribattezzata dall'Oipa, l'associazione che già in diverse occasioni ha sposato cause simili.

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