La Procura di Varese ha chiesto il proscioglimento dall'accusa di omicidio preterintenzionale e altri reati dei carabinieri e dei poliziotti imputati per la morte di Giuseppe Uva, l'artigiano di 43 anni morto nel giugno 2008. Sorpresa da parte del legale dei familiari della vittima. "E' una cosa inaspettata. Non se lo aspettavano - ha ribadito l'avvocato - neanche gli imputati. Confidiamo nella decisione del giudice".
Chiesto inoltre per gli imputati il rinvio a giudizio con l'accusa di abuso di potere nei confronti di arrestati: reato che, secondo i difensori, "non ha alcuna attinenza con l'evento morte" secondo il pm.
Uva morì nel giugno di sei anni fa, dopo essere stato portato in caserma dai carabinieri. La sorella di lui, Lucia, che è stata presente a tutte le udienze del processo, è apparsa visibilmente scossa dalla decisione e non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Per i sei poliziotti e il carabiniere l'udienza preliminare riprenderà il 30 giugno. Qualunque sia la decisione del giudice in merito alla richiesta della Procura, comunque, un processo in Corte d'Assise ci sarà dal momento che un altro carabiniere imputato ha chiesto il giudizio immediato, cioè di andare subito al dibattimento senza passare per l'udienza preliminare.
Ilaria Cucchi: "Resto senza parole" - "Quello che succede a Varese non smette mai di stupirmi. Parliamo di qualcosa che fatico a comprendere. Se non si parlasse della morte di Giuseppe sembrerebbe essere diventata una barzelletta". Lo ha detto Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, commentando la richiesta dei pm al processo per la morte di Giuseppe Uva di prosciogliere gli imputati dall'accusa di omicidio preterintenzionale. "Resto senza parole - ha aggiunto - ancora una volta si vuol dimostrare quanto poco contiamo noi e i nostri cari".