Catania, cade l'accusa per gli scafisti killer: escluso l'omicidio volontario
Il Riesame annulla l'imputazione contestata a Radouan e Bouchab. La morte dei 17 migranti viene considerata "conseguenza di un altro reato". Rimane il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina
Il Tribunale del riesame di Catania ha annullato il capo d'imputazione per omicidio volontario contestato ai due presunti scafisti del peschereccio carico di migranti che il 12 maggio fece naufragio, causando la morte di 17 persone. Il tunisino Radouan resta in carcere, il marocchino Bouchab va ai domiciliari. "Prima leggeremo il provvedimento, ma poi ricorreremo certamente", ha replicato il procuratore di Catania, Giovanni Salvi.
L'accusa è stata riqualificata da omicidio e naufragio volontari in morte come conseguenza di altro reato per decisione del Riesame, presieduto da Maria Grazia Vagliasini. Nell'ordinanza rimane anche la contestazione di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Resta dunque in carcere il tunisino Haj Hammouda Radouan, 23enne ritenuto il "capitano" del peschereccio, mentre per Hamid Bouchab, anch'egli di 23 anni, i giudici hanno disposto i domiciliari con l'uso del braccialetto elettronico.
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