Anche il premier, Matteo Renzi, interviene sull'inchiesta sulle tangenti per il Mose a Venezia. E spiega che, se fosse per lui, "un politico indagato per corruzione lo indagherei per alto tradimento. Il problema della corruzione non sono le regole che non ci sono ma quelle che non si rispettano". Soprattutto perché la politica è stata "altro che lambita". Renzi spera comunque che "si possa arrivare il più velocemente possibile" alla sentenza.
"Interverremo su anticorruzione" - "Sicuramente interverremo nelle prossime ore e giorni sugli appalti pubblici, l'anticorruzione e altri temi specifici", ha annunciato il premier in conferenza stampa a Bruxelles, rispondendo a una domanda sull'inchiesta sul Mose. "Di fronte alla vicenda Mose ci sono i principi costituzionali che ciascuno ribadisce: piena fiducia nel lavoro della magistratura e presunzione di non colpevolezza fino a sentenza a cui speriamo si possa arrivare il più velocemente possibile, come da Paese civile".
"Gente che ruba va mandata a casa" - "Smettiamo di dire che ci sono i ladri perché non ci sono le regole: la gente che ruba - ha poi aggiunto Renzi - va mandata a casa. Il problema delle tangenti non sta nelle regole ma nei ladri".
"Ci vuole Daspo per i politici" - "Non è possibile che chi viene condannato per corruzione dopo 20 anni possa tornare ad occuparsi della cosa pubblico. E' per questo che io ho proposto il Daspo per i politici", ha spiegato il premier.
Orlando: rivedere il falso in bilancio - "Interverremo presto per introdurre il reato di autoriciclaggio e rivedere la disciplina del falso in bilancio". Lo ha annunciato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, commentando l'inchiesta sul giro di tangenti per l'opera del Mose. "Le leggi ci sono e anche gli strumenti di indagine, come dimostrano queste vicende. Ma ci sono - ha sottolineato Orlando - anche delle falle".