Era nel "Comitato grandi opere"

Autostrade, inchiesta sulle barriere antirumore: indagato il nuovo a.d. di Aspi | La replica: "Non aveva responsabilità sulle barriere"

A Roberto Tomasi, coinvolto per la sua presenza nel "Comitato grandi opere", vengono contestati i reati di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture

L'attuale amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, Roberto Tomasi, è stato iscritto a dicembre nel registro degli indagati dalla magistratura genovese nell’inchiesta sulle barriere antirumore sistemate su tutta la rete. Al manager, coinvolto per la sua presenza nel "Comitato grandi opere", si contestano i reati di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture. La nota di Aspi: "Tomasi non aveva competenza sulle barriere". 

Pannelli non a norma L'inchiesta, affidata alla Gdf di Genova, aveva preso avvio a fine 2019 quando sulla tratta Rapallo-Sestri Levante della A12 si erano staccati alcuni pannelli antirumore e solo per una serie di fortuite coincidenze si era evitato il peggio. I militari avevano verificato che le barriere fonoassorbenti non erano a norma, installate su piloni a rischio distacco in condizioni di vento forte. 

Il "Comitato grandi opere" Come riporta il quotidiano Repubblica, dopo essere stato ascoltato dal procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, Tomasi ha fatto smontare le barriere ma è stato comunque iscritto nel registro degli indagati per aver fatto parte del "Comitato grandi opere". L'organo tecnico che valutava gli investimenti prima che fossero sottoposti al consiglio di amministrazione per esser finanziati aveva dato il via libera all’acquisto di una maxi partita per circa 30 milioni di pannelli anti rumore da posizionare ai lati dell’autostrada che poi - secondo l’accusa - si sono dimostrati pericolosi.

La posizione del Mit Prima del lockdown, la Procura aveva convocato il d.g. della Vigilanza sulle concessioni autostradali del Mit, Felice Morisco, che è stato sentito come testimone. Durante l'interrogatorio ha ripetuto che "né il ministero, né il suo ufficio sono stati a conoscenza del pericolo di crollo delle barriere". Tanto meno sapevano "che i pannelli avessero difetti di fabbricazione". 

L'avviso di garanzia Si tratta di uno dei molti filoni d'inchiesta ai quali giovedì si è aggiunto anche quello sui disagi al traffico, indagine generata da alcuni esposti, tra i quali quello del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che ha chiede i danni ad Aspi. Nel fascicolo che coinvolge Tomasi, che non avrebbe avuto un ruolo centrale nella vicenda, si ipotizza anche la violazione al contratto di concessione firmato tra Autostrade e lo Stato. Il procuratore aggiunto Paolo d'Ovidio e il pm Walter Cotugno, titolari di questo filone d'inchiesta, hanno finora secretato l'iscrizione di Tomasi, ma l'avviso di garanzia gli è stato notificato durante l'interrogatorio, sostenuto a gennaio, in cui ha offerto la sua versione dei fatti.

Gli altri indagati Nello stesso fascicolo figurano l'ex a.d. di Spea Antonino Galatà, il responsabile nazionale delle manutenzioni di Autostrade Michele Donferri Mitelli, il responsabile verifiche tecniche di transitabilità di Spea Marco Vezil e il direttore Operation di Aspi Paolo Berti. I quattro erano già indagati nel filone principale sul crollo del Ponte Morandi e su quello parallelo dei falsi report dei ponti. Nel nuovo filone figurerebbero altri tre dirigenti che si sono occupati dei pannelli antirumore a rischio distacco nella parte inferiore di ancoraggio e anche loro facevano parte del "Comitato grandi opere". 

La replica di Aspi: "Tomasi ha già chiarito "In merito ad alcune notizie di stampa riguardanti il coinvolgimento dell'Ing. Roberto Tomasi in un'indagine riguardante la conformità dell'installazione di alcune barriere assorbenti sulla rete autostradale, si evidenzia che l'a.d. ha già avuto modo di chiarire ampiamente all'Autorità giudiziaria la propria posizione". E' quanto si legge in una nota di Aspi. 

"Non aveva responsabilità sulle barriere" "Nell'incontro, che si è tenuto a gennaio presso la Procura di Genova, - chiarisce la nota - l'Ing. Tomasi ha chiarito che la sua partecipazione al Comitato Grandi Opere di Aspi avveniva solo con la finalità di presentare alcuni progetti di potenziamento della rete di cui, al tempo, aveva diretta competenza. Di tali progetti non hanno mai fatto parte le barriere fonoassorbenti oggetto di indagine - installate su 60 km su un totale di 3.000 km della rete Aspi - rispetto alle quali Tomasi non ha mai avuto alcuna responsabilità diretta o indiretta".