Si sono rifugiate nella basilica di Santa Maria Maggiore e chiedono "asilo" a Papa Francesco. Sono le famiglie sgomberate a Roma da uno stabile di via Torre Spaccata, occupato lo scorso aprile. Circa cento persone, tra cui anche bambini, si trovano ora all'interno della basilica e promettono che non andranno via fino a quando non verrà trovata per loro una soluzione abitativa.
"Ci chiamano emarginati, poveri e reietti ma noi conosciamo bene la sacralità delle nostre vite - si legge nella lettera inviata al Santo Padre -. Siamo qui nella casa di Dio per chiederti aiuto. Il governo italiano, attraverso il Piano Casa appena approvato, non solo ha scelto di non porre alcuna soluzione all'emergenza abitativa ma di dichiarare guerra a quanti, come noi, non hanno avuto la fortuna di vivere dentro case di proprietà e sono stati costretti a rifugiarsi in strutture abbandonate".
"Abbiamo paura per noi e, soprattutto, per i nostri figli" aggiungono e, rivolgendosi al Papa, sottolineano: "rappresenti la nostra speranza più grande in un mondo in cui non riusciamo a veder futuro possibile per noi e per quanti come noi vivono il dramma dell'emergenza abitativa e dell'emarginazione. Ti chiediamo di riceverci - scrivono - di fare tue le piaghe che portiamo sui nostri corpi, di diventare la nostra voce forte contro queste politiche disumane e disumanizzanti, nemiche nostre e contrarie a quanto insegnato da Gesù Cristo, anche a quanti credono in un altro Dio".