CORRUZIONE, CONCUSSIONE E RICICLAGGIO

Venezia, sindaco Orsoni ai domiciliari Caso Mose, chiesto l'arresto di Galan

In manette 35 persone, accusate di corruzione, concussione e riciclaggio, nell'ambito delle indagini sull'ex a.d. della Mantovani, Giorgio Baita e sugli appalti per il Mose. Per i pm l'ex governatore del Veneto avrebbe ricevuto fondi illeciti per almeno un milione di euro all'anno

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Il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, è stato arrestato nell'inchiesta per corruzione, concussione e riciclaggio, nell'ambito delle indagini sull'ex a.d. della Mantovani Giorgio Baita e sugli appalti per il Mose. In manette l'assessore regionale Renato Chisso e altre 33 persone. Un centinaio gli indagati. Chiesta l'autorizzazione all'arresto del deputato Giancarlo Galan. Per la gdf fondi neri per 20 milioni di euro erano indirizzati alla politica.

Il primo cittadino ai domiciliari - Orsoni è agli arresti domiciliari. E' accusato di finanziamento illecito alla sua campagna elettorale per le comunali del 2010.

Orsoni, i legali: "Accuse poco credibili" - Si difende, per voce dei suoi legali, il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni. "Esprimiamo preoccupazione per l'iniziativa assunta e confidiamo in un tempestivo chiarimento della posizione dello stesso sul piano umano, professionale e istituzionale. Le circostanze contestate nel provvedimento notificato paiono poco credibili, gli si attribuiscono condotte non compatibili con il suo ruolo e il suo stile di vita", dichiarano Daniele Grasso e Mariagrazia Romeo.

Tra gli arrestati figurano anche il consigliere regionale del Pd Giampiero Marchese, gli imprenditori Franco Morbiolo e Roberto Meneguzzo nonché il generale in pensione Emilio Spaziante. Inoltre, sarebbe stati raggiunti dall'ordinanza anche due ex presidenti del magistrato alle acque emanazione del Ministero delle infrastrutture, Patrizio Cuccioletta e Maria Giovanna Piva.

Chiesta autorizzazione all'arresto di Galan - La Procura della Repubblica ha chiesto l'arresto dell'ex governatore veneto e ministro, oggi deputato, Giancarlo Galan. Per poter procedere, però, occorre il placet dell'apposita Commissione parlamentare. Galan ha guidato la regione Veneto per 15 anni, dal 1995 al 2010, ed è stato poi nominato prima ministro alle Politiche agricole e poi ai Beni culturali.

Pm: "A Galan fondi illeciti per un milione di euro l'anno" - Galan è indagato con l'accusa di aver ricevuto fondi illeciti dal Consorzio Venezia Nuova (Cvn) nell'ambito delle opere del Mose. I versamenti, da fondi neri realizzati dal Consorzio e dalle società che agivano in esso, risalirebbero agli anni tra il 2005 e il 2008 e il 2012.

Nell'ordinanza firmata dal gip, si legge poi che l'ex presidente della Regione Veneto, ora parlamentare di Fi, avrebbe ricevuto dal 2005 al 2011 da Giancarlo Mazzacurati presidente del Cnv, anche tramite l'assessore Renato Chisso, uno "stipendio" annuo di un milione di euro.

Galan: "Mi difenderò a tutto campo" - "Mi riprometto, di difendermi a tutto campo nelle sedi opportune con la serenità ed il convincimento che la mia posizione sarà interamente chiarita. Chiederò di essere ascoltato il prima possibile con la certezza di poter fornire prove inoppugnabili della mia estraneità". Lo afferma Giancarlo Galan in merito all'inchiesta sul Mose.

Quattrocentomila euro a magistrato della Corte dei Conti - Uno "stipendio" di 300-400mila euro all'anno, che nel 2005 e 2006 e' arrivato a 600mila euro: è quanto avrebbe percepito il magistrato della Corte dei Conti Vittorio Giuseppone, indagato nell'inchiesta sul Mose per aver "compiuto atti contrari ai suoi doveri". Lo scrive il gip Alberto Scaramuzza nell'ordinanza di custodia cautelare.

I dettagli dell'inchiesta - La raffica di arresti giunge a tre anni dall'apertura dell'inchiesta, da parte della guardia di finanza, sulla presunta distrazione di fondi relativi al Mose, il sistema di barriere mobili progettate per arginare il fenomeno dell'acqua alta provocato dagli eccezionali effetti delle maree sulla città lagunare.

I pm Stefano Ancillotto, Stefano Buccini e Paola Tonino avevano scoperto che l'ex manager della Mantovani Giorgio Baita, con il beneplacito del proprio braccio destro, Nicolò Buson, aveva dirottato denaro in una serie di fondi neri all'estero. I soldi, secondo l'accusa, venivano portati da Claudia Minutillo, imprenditrice ed ex segretaria personale di Galan, a San Marino, dove venivano riciclati da William Colombelli grazie alla propria azienda finanziaria Bmc.

Oltre 20 milioni di euro, così occultati, erano finiti in conti esteri d'oltre confine. Secondo l'accusa erano indirizzati alla politica, circostanza che ha fatto scattare l'operazione. La Gdf intanto ha sequestrato beni per un valore di circa 40 milioni di euro.

Il grande burattinaio - Lo stesso pool, coadiuvato sempre dalla finanza, aveva poi portato all'arresto di Giovanni Mazzacurati, ai vertici del Consorzio Venezia Nuova (Cvn). Mazzacurati, poi finito ai domiciliari, era stato definito "il grande burattinaio" di tutte le opere relative al Mose.

Indagando su di lui erano spuntate fatture false e presunte bustarelle che hanno portato all'arresto di Pio Savioli e Federico Sutto, rispettivamente consigliere e dipendente di Cvn, e quattro imprenditori che si spartivano i lavori.

Tutti gli arrestati - Ecco l'elenco degli arrestati nell'ambito dell'inchiesta sul Mose: Giovanni Artico, già commissario per il recupero territoriale e ambientale di Porto Marghera, Stefano Boscolo della Cooperativa San Martino di Chioggia, Gianfranco Contadin, della Nuova Co.ed.mar., Maria Teresa Brotto del consorzio Venezia Nuova, Enzo Casarin, Gino Chiarini, Renato Chisso, l'ex magistrato alle acque Patrizio Cuccioletta, Luigi Dal Borgo, Giuseppe Fasiol, Francesco Giordano, Vincenzo Manganaro, Manuele Marazzi, il consigliere regionale Giampietro Marchese, Alessandro Mazzi, Roberto Meneguzzo, Franco Morbiolo, Luciano Neri, Maria Giovanna Piva, ex Magistrato alle acque, Emilio Spaziante, Federico Sutto del Consorzio Venezia Nuova, Stefano Tomarelli, Paolo Venuti.

Disposti poi i domiciliari per Lino Brentan, Alessandro Cicero, Corrado Crialese, Nicola Falconi, Vittorio Giuseppone, Dario Lugato, il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, Andrea Rismondo, Lia Sartori e Danilo Turato.

Tra gli indagati anche l'ex consigliere di Tremonti - Gli indagati nell'inchiesta della Procura di Venezia sugli appalti per il Mose sono un centinaio. Tra loro anche Marco Milanese, il consigliere politico dell'ex ministro Giulio Tremonti. Da quanto si legge nel provvedimento di arresto i pm hanno poi revocato la richiesta di custodia cautelare nei confronti di Milanese che "al fine di influire sulla concessione di finanziamenti del Mose" avrebbe ricevuto dal presidente del Consorzio Venezia Nuova la somma di 500mila euro.