Legami, la strana soap del sabato sera
Telebestiario di Francesco Specchia
Quando dalla programmazione torpida e un po' attempatella del sabato sera di Raiuno è affiorato Légami (prime time) la mente m'è corsa alla commedia sadomaso di Almodovar del '90. E ho pensato a un eversivo calo degli zuccheri del direttore di rete Giancarlo Leone, qui immaginato, per un attimo, avvolto nel latex con mascherina nera e frustino. Una scena raccapricciante. In realtà, avevo sbagliato l'accento. E il Legàmi che va in onda al posto di Carlo Conti è una telenovela. Telenovela portoghese.
Una roba ispirata - indirettamente - un po' alle Due orfanelle (Orphans of the Storm) film del 1921 diretto da David W. Griffith, un po' al Conte di Montecristo. Con una trama ambienta in parte nel 1994 quando due sorelle, Marta e Ines, tutte di biancovestite, cadono in un fiume e la sorellina creduta morta viene raccolta da una coppia di disperati che prima quasi la investe con il Suv, e poi l'adotta col nome di Diana. E, in parte, la soap è girata ai giorni nostri quando Marta la sfigata scopre la sua vera origine e vuole farla pagare alla sorella colpevole di averle rovinato la vita.
Da questo momento in poi, "l'unico obiettivo di Marta/Diana, sarà quello di vendicarsi della sorella grazie all'aiuto di Ricardo e riprendersi la vita che, secondo lei, per colpa di Ines, ha perso, a partire dai beni materiali, fino ad arrivare al fidanzato, Joao". Un Joao nelle soap c'è sempre. Un plot cruentissimo; non a caso il titolo originale è Laços de Sangue. Ora, la suddetta telenovela non è malfatta. Anzi. Coloratissima nelle scene di massa e mercato, con location urbane fighette e interpreti fighissimi, vanta una buona regia che si sofferma sui pianti, sui sorrisi e sul dolore generazionale. Vale per Legàmi - che ha vinto un Emmy - lo stesso discorso d'alta professionalità del Segreto su Canale 5.
Ma c'è una differenza. Il Segreto lo paga Mediaset. Legàmi lo paghiamo noi, e non c'è alcuna ragione, né di servizio pubblico, né di opportunità, per ficcarla nella fascia pregiata del sabato sera. Poi dice: cercati un pubblico giovane. La colonna sonora è Gigi D'Alessio che canta "Non lasciarti andare mai/resta sempre quel che sei" . Forse velatamente riferito a Leone...
(PS l'amica Sonia Bianco che s'è pregiata di vedere il finale della serie portoricana, mi dice che Diana alla fine simulerà la propria morte e pagherà un tizio per tirarla fuori dalla bara. Una che telefona per farsi tirare fuori dalla bara, ripeto, non è una bella cosa per Raiuno. A meno che non sia una metafore della Raiuno stessa).
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