Inizia con una grossa sorpresa la serie di finale NBA 2004. In gara 1 i Pistons espugnano il campo dei favoritissimi Lakers 87-75 grazie soprattutto ad un'ottima prova difensiva. Detroit, che ha piazzato il break decisivo nel terzo periodo, ha subito i 34 punti di O'Neal, ma ha controllato bene il resto di Los Angeles, limitando Bryant a 10/27 dal tiro. Per i Pistons, determinanti i 22 di Billups. Gara 2 si gioca martedì notte, ancora a Los Angeles.
Meglio di così, ai Pistons non poteva andare. Detroit ottiene una vittoria d`oro, espugnando lo Staples Center di Los Angeles in gara uno delle finali NBA, strappando con il successo 87-75 il fattore campo dalle grinfie dei Lakers. Una vittoria sorprendente, costruita seguendo un piano impeccabile. Mentre i Pistons hanno lasciato che il gigante O`Neal si prendesse i suoi 34 punti, la loro soffocante difesa ha reso la vita impossibile al resto della squadra di Phil Jackson: il solo Bryant è andato oltre i 5 punti (25, ma 10/27 dal campo) e così facendo Detroit ha tenuto basso il punteggio e il ritmo della gara, che si è incanalata sui binari preferenziali del club di Larry Brown. A condire il tutto, l`ottima prestazione offensiva del play Chauncey Billups (22 punti), perfetto direttore d`orchestra di un attacco che ha fatto quanto basta per completare il lavoro fatto dalla difesa. Ora, gara due (in programma martedì notte) diventa già una situazione di vita o di morte per i favoritissimi Lakers, che in caso di sconfitta andrebbero a Detroit per la tripla trasferta sotto 2-0.
Un po` per la tensione, un po` per l`elevata intensità difensiva, l`inizio è tutt`altro che da manuale dal punto di vista offensivo. Soprattutto per LA: i Lakers partono 1/5, più un fallo di Bryant su Hamilton che non frena però Kobe, capace di controllare con efficacia Rip per buona parte della gara. Chi fa la voce grossa fin dalla palla a due è Shaq, e non c`è Wallace che tenga: O`Neal trova posizione con fin troppa facilità a pochi centimetri da canestro e i primi otto punti dei Lakers sono suoi. Rasheed si carica subito di due falli e Larry Brown prova a metterci una pezza inserendo l`ex Laker Elden Campbell; ma la musica non cambia, e grazie anche ai 5 rimbalzi offensivi di LA nei primi minuti il vantaggio di 4 punti di Detroit viene subito annullato. Ma la squadra di Brown ha il merito di tenere di tenere il punteggio, e con esso il ritmo della gara, a livelli decisamente bassi. I Pistons chiudono il primo quarto sopra di 3: merito soprattutto di Chauncey Billups, che sfrutta ogni piccolo spazio concesso dalla difesa avversaria per 8 punti nei primi 12 minuti.
Al di là del dominio sotto canestro di O`Neal, che viene mandato in lunetta 8 volte nei primi 15 minuti di partita, la pressante difesa dei Pistons sugli esterni avversari funziona. A metà del secondo quarto Los Angeles tira con il 38%. Bryant, in difficoltà a trovare spazio con addosso costantemente le lunghe braccia di Tayshaun Prince, fallisce 7 delle sue prime 10 conclusioni, e la gara è in parità (28-28). Gli ospiti potrebbero essere però comodamente in vantaggio, non fosse per una serie di errori piuttosto banali sotto canestro. Su Shaq, intanto, si alternano Ben Wallace, Campbell e il turco Mehmet Okur, ma il risultato è lo stesso e il 34 gialloviola chiude il primo tempo con 20 punti. Eppure, grazie anche al contributo di Corliss Williamson (7 punti dalla panchina nel secondo quarto), all`intervallo i Pistons resistono a -1 (41-40). Ma nei primi 24 minuti a regnare è soprattutto l`equilibrio, con nessuna delle due squadre in grado di aprire un vantaggio superiore a quattro punti.
La ripresa parte allo stesso modo del primo tempo, con una tripla di Rasheed Wallace, rientrato in campo dopo la lunga pausa. E` l`inizio di un parziale che porta Detroit a +7, poi a +8 dopo una fortunosa tripla di Prince allo scadere dei 24 secondi. Rispetto al primo tempo diventa più efficace il lavoro di copertura di Detroit su O`Neal: i raddoppi di marcatura arrivano più prontamente e i muscoli di Ben Wallace tengono Shaq più lontano da canestro. Los Angeles è così costretta ad affidarsi maggiormente al gioco degli esterni. Soprattutto Kobe Bryant, che dopo un primo tempo difficile dà segnali di ripresa. Ma i Pistons, trascinati da un Billups scatenato (9 punti nel terzo quarto, 20 in tutto a 12 minuti dalla fine), non mollano di un centimetro. Per cercare di rallentare il play avversario Payton si mette fuori gioco commettendo il quinto fallo, e il deficit dei Lakers rimane di 8 punti allo scadere del terzo periodo. Phil Jackson decide comunque di dare qualche minuto di riposo a Shaq in apertura di quarto periodo, e Detroit ne approfitta per portarsi a +11 su una tripla del veterano Lindsey Hunter. Con circa 9 minuti da giocare, i Pistons devono solo gestire il vantaggio, e Brown ne approfitta per far riposare alcuni dei titolari, mettendo in campo un quintetto insolitamente piccolo, con Corliss Williamson su O`Neal. Non è una grande idea, e a riportare sotto i Lakers arriva un parziale di 6-0. Ma una tripla dell`ottimo Prince rimanda i Pistons a +7 e mentre a Shaq Detroit concede qualcosa nel finale, lo stesso Tayshaun impedisce a Bryant, di solito eroe dei finali di partita, di entrare in gara. Si potrebbe pensare che la maggior esperienza di Los Angeles giochi un ruolo importante nei minuti conclusivi, ma non è così: i Pistons hanno la freddezza necessaria per non sbagliare quasi nulla, e rispondere colpo su colpo ai tentativi dei Lakers di rifarsi sotto. Prima Billups, poi Ben Wallace, poi Hamilton spengono le residue speranze del popolo losangelino. Finisce 87-75, lo Staples Center è gelato. Detroit dimostra non solo di poter giocarsi la finale, ma di avere tutte le carte in regola per riportare il titolo nella Eastern Conference per la prima volta dalla fine della dinastia Bulls. In sole tre ore, da grandi favoriti, i Lakers diventano la squadra costretta ad inseguire.