Al suo arrivo ad Amman, in Giordania, il Papa invoca la pace in Siria e una soluzione alla questione Israele-Palestina. La prima tappa del suo viaggio in Terra Santa è stata nella capitale della Giordania, dove è stato accolto dalla famiglia reale e dove ha celebrato una solenne messa allo stadio della città. Prossime mete la Palestina e Israele.
Incontro con i profughi: "Dio converta i violenti" - "Dio converta i violenti e coloro che hanno progetti di guerra, coloro che fabbricano e vendono le armi e rafforzi i cuori e le menti degli operatori di pace e li ricompensi con ogni benedizione", ha detto il Papa al termine del suo discorso a circa 600 tra profughi siriani e giovani disabili.
Inoltre il Santo Padre ha rinnovato il suo "più accorato appello per la pace in Siria" incontrando sulle rive del Giordano un gruppo di profughi siriani: "Si abbandoni da parte di tutti la pretesa di lasciare alle armi la soluzione dei problemi e si ritorni alla via del negoziato". Papa Francesco si è rivolto poi "alla comunità internazionale perché non lasci sola la Giordania nel far fronte all'emergenza umanitaria derivante dall'arrivo sul suo territorio di un numero così elevato di profughi, ma continui e incrementi la sua azione di sostegno e di aiuto".
Messa ad Amman: "Noi, messaggeri di pace" - Nella sua omelia allo stadio internazionale di Amman, il Santo Padre ha detto: "Anche noi siamo inviati come messaggeri e testimoni di pace. La pace non si può comperare: essa è un dono da ricercare pazientemente e costruire 'artigianalmente' mediante piccoli e grandi gesti che coinvolgono la nostra vita quotidiana". Il cammino della pace, inoltre, "si consolida se riconosciamo che tutti abbiamo lo stesso sangue e facciamo parte del genere umano".
"La missione dello Spirito Santo - ha ripreso - è di generare armonia, egli stesso è armonia, e di operare la pace nei differenti contesti e tra soggetti diversi".
"Oggi invochiamo con cuore ardente lo Spirito Santo - ha poi continuato -, chiedendogli di preparare la strada della pace e dell'unità". Secondo il Pontefice, "è necessario porre gesti di umiltà, di fratellanza, di perdono, di riconciliazione", che "sono premessa e condizione per una pace vera, solida e duratura".
Infine, il pontefice ha rivolto il suo pensiero "ai numerosi rifugiati cristiani provenienti dalla Palestina, dalla Siria e dall'Iraq", dicendo loro: "Portate alle vostre famiglie e comunità il mio saluto e la mia vicinanza".
Accolto dal re Abdullah e dalla regina Rania - In precedenza, ad accogliere il Papa era stato il principe Ghazi bin Muhammad, mentre il re Abdullah e la regina Rania gli avevano dato il benvenuto nel Palazzo reale. Appena sceso dalla scaletta dell'aereo, alcuni bambini gli hanno regalato un'orchidea nera, simbolo della Giordania.
"Da troppo tempo guerra in Siria, assistenza a profughi" - La Giordania "presta generosa accoglienza a una grande quantità di rifugiati palestinesi, iracheni e provenienti da altre aree di crisi, in particolare dalla vicina Siria, sconvolta da un conflitto che dura da troppo tempo", ha sottolineato papa Francesco al palazzo reale di Amman, aggiungendo che "tale accoglienza merita la stima e il sostegno della comunità internazionale". La Chiesa, ha poi detto, "vuole impegnarsi nell'assistenza ai rifugiati e a chi vive nel bisogno, soprattutto tramite Caritas Giordania".
"Pace in Siria, soluzione per Israele-Palestina" - Constatando "con dolore" la permanenza di forti tensioni in Medio Oriente il Papa ha poi incoraggiato a "impegnarsi nella ricerca dell'auspicata durevole pace per tutta la regione". Francesco ha giudicato "quanto mai necessaria e urgente una soluzione pacifica alla crisi siriana, nonché una giusta soluzione al conflitto israeliano-palestinese".
Libertà di religione - "I cristiani si sentono e sono cittadini a pieno titolo ed intendono contribuire alla costruzione della società insieme a loro concittadini musulmani, offrendo il proprio specifico apporto", ha aggiunto il Pontefice nel suo discorso pronunciato dinanzi ai reali di Giordania, Abdullah e la moglie Rania, e alle principali autorita' del Paese.