Giuseppe Uva, il 44enne morto il 14 giugno del 2008 dopo esser stato portato in una caserma dei carabinieri di Varese, avrebbe subito percosse anche in ospedale. E' quanto emerge da una testimonianza che ha convinto il procuratore, Felice Isnardi, a estendere il capo di imputazione (percosse e omicidio preterintenzionale) anche per quanto accaduto presso l'ospedale di Circolo della città. A processo sei poliziotti e due carabinieri.
La testimonianza - Ad accennare alle presunte percosse in ospedale era stata una testimone durante un'intervista televisiva. La donna è stata anche sentita dagli inquirenti nell'ambito delle indagini, nel corso delle quali è anche stato compiuto un sopralluogo all'ospedale di Varese.
L'udienza è stata rinviata al 9 giugno per consentire ai difensori di prendere visione del nuovo materiale depositato dalla procura.
Intanto è stata stralciata la posizione di uno dei carabinieri coinvolti, che ha chiesto e ottenuto il dibattimento con giudizio immediato.
La sorella: "Finalmente aria di verità" - "Finalmente in quest'aula ho visto un processo vero, ho respirato aria di verità". Esprime soddisfazione Lucia Uva, sorella di Giuseppe, al termine dell'udienza preliminare che vede imputate le forze dell'ordine per la morte del fratello.
All'udienza ha voluto partecipare anche Domenica Ferrulli, figlia di Michele, il 51enne morto per arresto cardiaco nel 2011 a Milano mentre veniva arrestato. Per questa vicenda si è alle battute finali del processo. "L'unica cosa che possiamo fare è quella di restare uniti", ha detto Domenica.