INTERROGATO PER 7 ORE

Santhià, la strage per 300 euro Il padre: "Chiedo pietà per Lorenzo"

Gli inquirenti propendono per l'ipotesi che il 25enne abbia agito da solo

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Voleva rubare ed era sotto l'effetto della cocaina Lorenzo Manavella, il pallavolista di 25 anni che ha ucciso nella loro casa a Santhià Tullio e Pina Manavella, i nonni di 85 e 78 anni, e la zia Patrizia, 56 anni. Il ragazzo ha ammesso "quasi" tutto durante le oltre 7 ore di interrogatorio in caserma a Vercelli. Il giovane è accusato di omicidio pluriaggravato e rapina aggravata. Gli inquirenti propendono per l'ipotesi che abbia agito da solo.

Il giovane aveva trascorso la serata con un'amica, poi si era fatto accompagnare a casa (lui non può guidare l'auto). Una volta a casa ha evidentemente assunto cocaina e di notte ha agito. "Ho perso la testa", ha ripetuto nell'interrogatorio. Il suo legale d'ufficio si è limitato a confermare che il giovane "ha fornito ampia confessione". Il 25enne avrebbe ucciso per portarsi via solo 300 euro.

Intanto cominciano ad emergere i primi dettagli circostanziati sulla strage: il 25enne ha colpito i nonni Tullio e Pina, e la zia Patrizia, sia con un corpo contundente, sia con un coltello. Le tre vittime erano tutte in pigiama. Patrizia Manavella, la zia, è stata trovata distesa sul letto in una camera al primo piano. La nonna, Pina, sul letto nella sua camera al pianterreno. Il nonno, Tullio, nei pressi della camera da letto, quasi avesse cercato di fuggire. I corpi delle tre vittime sono stati portati al S. Andrea di Vercelli per l'autopsia.

Gli amici e conoscenti di Lorenzo hanno confermato che il 25enne in passato aveva avuto problemi legati alla droga. Si parla anche di un arresto ai domiciliari per spaccio. "Ma - hanno riferito - era uscito dal giro, non aveva più legami con quel mondo". Il padre, Gianluca Manavella, è sconvolto. Aveva lasciato il ragazzo solo a casa per accompagnare la compagna in Sardegna. Ed è stato lui per primo ad aver avuto il sospetto che a Santhià doveva essere successo qualcosa perché nessuno gli rispondeva più al telefono. E' stato lui, di fatto, a dare l'allarme.

Luca Manavella, il padre di Lorenzo, ha sperato fino all'ultimo che il ragazzo non fosse coinvolto nella strage ma poi si è arreso all'evidenza: "Porterà il peso di quello che ha fatto per tutta la vita ma io non lo abbandonerò. I figli non si ripudiano, non si abbandonano". E sul consumo di droga da parte del 25enne si dimostra sorpreso: "Non riesco a crederci. Anni fa aveva avuto problemi per gli spinelli, ma al processo lo avevano assolto. Da allora lo tenevo d'occhio. Qualche volta era sbronzo come capita ai ragazzi della sua età ma non mi sono mai accorto che fosse drogato".