Matteo Renzi ha firmato a Palazzo Chigi l'accordo su Electrolux. "Grazie a un nuovo moderno approccio delle relazioni industriali si preservano tutti i posti lavoro: nessun licenziamento e nessun esubero", ha annunciato il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. L'intesa giunge dopo mesi di trattative e scongiura la chiusura dello stabilimento di Porcia, in provincia di Pordenone.
Renzi: "Accordo importante e non finisce qui" - Il premier ha twittato: "Dopo Ansaldo Energia e Fincantieri, abbiamo firmato l'accordo importantissimo anche su Electrolux. #nonfiniscequi #italiariparte".
Guidi: "Grazie alle parti sociali" - Il ministro ringrazia inoltre "le parti sociali per il lavoro svolto, una dimostrazione di grandissimo senso di responsabilità in una trattativa che ha avuto momenti drammatici. Si è dimostrato che con senso di responsabilità si può fare occupazione, nuovi prodotti e innovazione e mantenere produzioni competitive".
Delrio: le imprese investano in Italia - Decisamente positivo il commento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, che dice: "Siamo felici di questo risultato. Siamo molto impegnati a difendere i presidi industriali. Il governo vuole continuare a difendere i lavoratori e creare le condizioni perché le imprese investano in Italia".
Poletti: bene i contratti di solidarietà - Mentre il responsabile del Lavoro Giuliano Poletti pone l'accento sulla scelta dei contratti di solidarietà per uscire dal tunnel. "Credo che si tratti di una buona via - dice - perché redistribuiscono il lavoro tra i lavoratori e quindi non c'è la previsione di qualcuno che rimane a casa, ma la condivisione di un sacrificio".
"Nel decreto lavoro - riprende - è contenuta una norma sulla decontribuzione dei contratti di solidarietà: abbiamo introdotto la copertura finanziaria dello strumento e abbiamo innalzato la copertura dal 25% al 35%".
"Lavoro di squadra tra i ministeri" - Poletti sottolinea inoltre che il risultato è l'esito di un'efficace interazione tra ministeri e dice che la positiva soluzione della vicenda è la "smentita dell'idea piuttosto diffusa che ogni ministero tende a occuparsi dei fatti suoi". "Nel caso specifico -spiega - credo di poter dire che la presidenza del Consiglio, il ministero dello Sviluppo e quello del Lavoro hanno agito in piena armonia e condivisione dei tempi e dei modi, per cui il risultato finale è merito di tutti quelli che hanno contribuito.