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Tasi, i Comuni dicono no al rinvio Retromarcia del Tesoro: no proroghe

Prima il governo ipotizza di rimandare la scadenza del pagamento al 16 settembre, ma Fassino insorge: "Gravi problemi di liquidità". E a Via XX Settembre ci ripensano: resta tutto come prima, si paga a giugno

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Il ministero dell'Economia fa retromarcia sulla Tasi. Non ci sarà nessun rinvio della scadenza: i contribuenti dovranno dunque versare la prima rata della tassa il 16 giugno. Questo è l'orientamento del Tesoro dopo il secco no dell'Anci alle ipotesi di proroga. Il presidente Piero Fassino aveva infatti detto che ritardare il pagamento della Tasi agli enti locali avrebbe creato gravi problemi di liquidità.

Fassino aveva bocciato decisamente l'ipotesi, dicendo che il rinvio "rischia di provovare un buco e di rendere impossibile l'erogazione dei servizi dei Comuni". "Non sono favorevole - aveva spiegato - perché non ci si pone il problema della liquidità. Quando fai slittare una data, devi porti il problema di cosa succede ai Comuni che hanno programmato bilanci e servizi su date che sono state definite".

L'idea di rimandare tutto di quattro mesi era stata esposta dal sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, che, dopo l'interrogazione al riguardo in commissione Finanze, aveva definito il rinvio al 16 settembre del pagamento della tassa "sia per la prima sia per la seconda casa una soluzione ragionevole. Ma dobbiamo trovare la quadra con l'Anci".

Una posizione che era stata sostenuta anche dal presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia: "Non si possono far pagare e pagare le tasse a forfait, e dunque la Tasi va rinviata al 16 settembre. I burocrati si adeguino anche se stanno al governo. E' evidente che non è un problema di cassa ma di caos. La cosa più saggia è far approvare il regolamento dei Comuni entro il 31 luglio e l'imposta entro il 16 settembre. Si tratta di usare il buon senso".

Davanti a queste posizioni nettamente contrapposte, era spuntata anche l'ipotesi di un mini-rinvio: non a settembre, ma a luglio, anche considerando che la maggioranza dei Comuni non ha ancora deliberato l'aliquota per il pagamento della prima rata e nemmeno la ripartizione dell'imposta delle prime case tra proprietari e inquilini.

Ipotesi che, a questo punto, dovrebbe naufragare.