Nessun controllo sul latte utilizzato per produrre la mozzarella dop. Lo riferisce il procuratore aggiunto di S. Maria Capua Vetere, Raffaella Capasso, nell'ambito dell'inchiesta sul caseificio Gentile di Caserta, che ha portato a 13 arresti. Controlli a campione sul latte hanno rilevato una carica batterica fuori norma, "tale da far ritenere il prodotto finale addirittura potenzialmente nocivo per la salute pubblica".
Il caseificio Cantile, pur essendo tenuto in base al disciplinare di produzione dop ad utilizzare solo latte di bufala e di provenienza certa, secondo gli esiti delle indagini impiegava abitualmente anche latte vaccino, ed acquistava anche all'estero (Polonia, Ungheria e Francia) partite di latte e di cagliata, di cui veniva celata la provenienza alterando i documenti di trasporto, al fine di contenere i costi.
I pm hanno ravvisato l'esistenza di una vera e propria associazione per delinquere, al cui vertice c'erano l'imprenditore Guido Cantile, 58 anni, ed i suoi figli Pasquale e Luigiantonio. Fondamentale era, per l'accusa, la complicità di alcuni funzionari della Asl addetti al controllo sanitario: gli accessi al caseificio da parte dei veterinari per il prelievo di campioni erano preceduti da preavviso ai responsabili del caseificio, e così risultavano quasi sempre favorevoli.
I due funzionari della Asl coinvolti avrebbero anche avvisato i Cantile delle visite ispettive di altri organi, come il controllo da parte della Commissione europea, e addirittura avrebbero partecipato a riunioni nel caseificio con lo scopo di rimediare agli inconvenienti presenti nella struttura.