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Expo, Renzi: task force anticorruzione Grasso: servono norme su riciclaggio

Mentre il premier pensa a "un sostegno legale e giuridico" per salvare l'Esposizione di Milano, emergono nuovi dettagli sulla cupola. Frigerio: "Noi non siamo esosi vogliamo solo l'1%, gli altri più del 4%"

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"Se l'Italia ha ancora uno spazio e una possibilità è perché c'è una maggioranza di persone perbene che continuano a fare egregiamente il proprio lavoro". Lo ha detto il premier Matteo Renzi. Parlando del recente terremoto che ha sconvolto i lavori per l'Expo di Milano ha detto: "Se ci sono vicende che non vanno bene, problemi con la giustizia si devono fermare i responsabili non le opere". Per questo il premier pensa a una "nuova task force".

Il presidente del Consiglio, ha detto che "Milano ce la farà" e avrebbe chiesto a Raffaele Cantone di seguire, con l'Autorità nazionale sulla corruzione da lui presieduta, i lavori dell'Expo. "Un sostegno legale e giuridico all'Esposizione - spiega Renzi - che difenda la trasparenza di tutti i prossimi passaggi. Questo è il vero aiuto che possiamo dare al commissario". Anche perché Giuseppe Sala, ora, ha davvero bisogno di non essere lasciato solo. La rete della "cupola" è troppo ingarbugliata e via via si arricchisce di dettagli vergognosi. Ecco quali.

Il tariffario - A quanto pare c'era una sorta di listino prezzi, low cost secondo il "professore" (ovvero Frigerio), che si interroga sul ritardo di alcuni pagamenti. "Le nostre richieste non sono esose - dice Gian Stefano, l'ex Dc - abbiamo chiesto una percentuale dell'1%, mentre altri intermediari chiedono cifre ben superiori del 4 o 5%".

Lo sportello - Lo scambio di mazzette avveniva in un luogo preciso: viale Andrea Doria, civico 7. A due passi dalla stazione centrale di Milano. Era lì che si facevano accordi per gli appalti milionari: Expo, Sanità, Città della salute (una fetta da 332 milioni di euro per il recupero dell'ex aerea Falck), e anche quelli della metropolitana milanese già puntati dalla cupola. Uno dei più assidui frequentatori dello "sportello" di via Doria era l'imprenditore Maltauro: per intenderci quello incastrato dal video dello scambio di bustarelle con Cattozzo, il fido collaboratore di Frigerio.

Il sistema - Per il pool di magistrati che segue l'affaire Expo (ll pm dell' antimafia Claudio Gittardi, il sostituto procuratore del dipartimento anticorruzione Antonio D'Alessio, coordinati dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati, ndr) il professore era il capo della cupola. Lui gestiva i rapporti con politici e imprenditori. E' stato l'ex Dc, si legge nelle carte "a fare entrare nel progetto Primo Greganti (il compagno G, ndr)ritenuto indispensabile per acquisire l'appoggio anche di una certa parte politica e per attivare nell'affare anche il mondo delle Cooperative".

Grasso: "Occorrono nuove norme anticorruzione" - La corruzione in Italia non è stata debellata ed è anche per questo, dice il presidente del Senato, Pietro Grasso, "che ho pensato di spostarmi in politica: per contribuire a fare quelle riforme che da magistrato ho sempre chiesto e non sono mai state attuate". Ora servono norme su riciclaggio e auto-riciclaggio", osserva.

"Nel mio primo e unico giorno da senatore ho presentato un ddl, da cui è stato stralciato il voto di scambio, così come auspicato anche da Libera, che e' diventato da poco legge dello Stato", dice Grasso ricordando che nella sua proposta c'erano anche altri temi come la corruzione, il riciclaggio, l'auto-riciclaggio e il falso in bilancio. "Ho sempre pensato - sottolinea - che la lotta alla corruzione sia uno dei punti principali, prioritari di qualsiasi politica. Spero che il ddl possa continuare nel suo esame".

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