"L'Europa deve essere più light, avere meno regole, che siano semplici e condivise". Lo ha detto il premier Matteo Renzi a "The State of the Union" a Firenze, precisando, sempre in tema Ue, che l'Italia, come presidente, "provvederà a riorientare l'Ue sulla base, tra l'altro, di "crescita e occupazione come valori costitutivi dell'Unione e non solo rigore". Un rigore "giusto per salvare le banche, ma ora abbiamo bisogno di salvare la classe media".
"L'Europa non è passato, ma destino comune" - Oggi, ha ripreso il premier, abbiamo "l'opportunità di ricordare a ciascuno di noi che l'Europa non è un passato comune ma un destino comune da cui è impossibile sottrarsi". E ancora: "I miei nonni hanno combattuto in Europa, uno in Francia e uno in Grecia, mia mamma piangeva davanti al muro di Berlino che andava giù, la mia generazione è quella dell'Erasmus e dei voli low cost. Per i miei figli sogno, penso e lavoro per gli Stati Uniti d'Europa".
"Rispettiamo le regole Ue, ma chiediamo cambiamenti" - "Noi le regole dell'Unione le rispettiamo - ha aggiunto Renzi - e proprio perché le rispettiamo abbiamo diritto di chiedere che queste regole siano cambiate. L'Italia lo può dire con determinazione" e lo farà, ha assicurato il presidente del Consiglio, durante il suo semestre di presidenza europea.
"Le forze europeiste più convinte alzino la testa - ha esortato poi il premier -, mostrino il coraggio e spieghino con dovizia di particolari, ma anche con emozione e non solo con il linguaggio della tecnocrazia, che un'Europa più forte e più coesa è l'unica soluzione in questo tempo di globalizzazione per affrontare le difficoltà del nostro tempo".
E infine, in vista dell'appuntamento elettorale del 25 maggio, ha avvertito: "Oggi non mi preoccupa più quello spread finanziario, che è sceso sotto i 150 punti base. Oggi mi preoccupa lo spread del populismo, tra ciò che si aspettano da noi i cittadini e ciò che vedono realizzato nella vita di tutti i giorni".