Primo Greganti, già coinvolto in Mani Pulite e conosciuto dalle carte dell'inchiesta come "compagno G", e Angelo Paris, direttore della pianificazione acquisti dell'Expo 2015, sono stati arrestati assieme ad altre 5 persone. I sette sono accusati dalla Procura di Milano di turbativa d'asta e corruzione per alcuni appalti legati all'Expo.
Sei in carcere, uno ai domiciliari - Sono sei le ordinanze di custodia cautelare in carcere mentre una è di arresti domiciliari. Dietro le sbarre sono finiti Primo Greganti, storico esponente del Pci coinvolto in Mani Pulite, Angelo Paris, l'ex democristiano ed ex parlamentare di Forza Italia Gianstefano Frigerio, l'ex senatore di Forza Italia Luigi Grillo, l'intermediario Sergio Catozzo e l'imprenditore Enrico Maltauro. Resterà agli arresti domiciliari invece Antonio Rognoni, ex dg di Infrastrutture Lombarde, già arrestato nelle scorse settimane nell'ambito di un'altra inchiesta con al centro una serie di irregolarità negli appalti delle più importanti opere pubbliche in Lombardia, tra cui anche alcune gare relative all'Expo.
Pm: "Greganti proteggeva le coop" - Primo Greganti "copriva e proteggeva le cooperative". Lo hanno spiegato i pm sottolineando anche che la "saldatura" tra Greganti e Gianstefano Frigerio, ex parlamentare Dc, "proteggeva le imprese riconducibili a tutti gli schieramenti politici".
Pm: "Cupola per appalti grazie a politici" - I magistrati hanno spiegato anche che in Lombardia sarebbe esistita una vera e propria "cupola per condizionare gli appalti", alcuni dei quali relativi ad Expo. La "cupola" prometteva "avanzamenti di carriera" grazie a "protezioni politiche" a manager e pubblici ufficiali. In un'intercettazione Angelo Paris avrebbe detto "Io vi do tutti gli appalti che volete se favorite la mia carriera". La "sede sociale" dell'associazione per delinquere che avrebbe "inquinato" una serie di appalti, tra cui alcuni relativi all'Expo, era un'associazione culturale intitolata a Tommaso Moro, lo scrittore umanista autore di "Utopia". L'associazione culturale era riferibile secondo i pm, a Gianstefano Frigerio, ex parlamentare di FI, tra gli arrestati di oggi.
Citati anche Berlusconi e Previti - Nelle carte dell'inchiesta compaiono i nomi di Silvio Berlusconi, Cesare Previti e Gianni Letta, che però non risultano indagati.
Turbativa d'asta e corruzione - Da quanto è emerso, l'inchiesta vedrebbe al centro una serie di fatti di turbativa d'asta e di corruzione relativi all'Expo e al processo sulla progettazione dei lavori per la "Città della salute", nel Comune di Sesto San Giovanni, dove dovrebbero trasferirsi unite assieme le due Fondazioni IRCCS Carlo Besta e Istituto Nazionale dei Tumori. Tra i reati contestati figurano l'associazione per delinquere, la corruzione, la turbativa d'asta e la rivelazione e l'utilizzo del segreto d'ufficio. Il procedimento, coordinato dal procuratore aggiunto della Dda di Milano Ilda Boccassini e dai pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio e condotto dal Nucleo di polizia tributaria della gdf di Milano, è firmato dal gip Fabio Antezza.
Inchiesta rientra nello "scontro" Robledo-Bruti Liberati - L'inchiesta è una delle indagini citate dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo, a capo del pool "Pubblica Amministrazione", nell'esposto da lui presentato al Csm contro il procuratore Edmondo Bruti Liberati per lamentare una serie di irregolarità nell'assegnazione dei fascicoli. Robledo coordinava un'altra inchiesta su Antonio Rognoni e nell'esposto denuncia di aver richiesto più volte a Ilda Boccassini, a capo degli inquirenti del fascicolo che oggi ha portato ai sei provvedimenti cautelari, atti dell'indagine a lei affidata per "costruire un quadro complessivo il piu' organico e completo possibile" e utile anche per le sue indagini. Atti che invece, a detta di Robledo, non sono mai arrivati sul suo tavolo, se non in minima parte.
Renzi: "Politica non metta becco su indagini Expo" - "La politica non metta becco su indagini". E' quanto ha detto il premier Matteo Renzi a margine della sua visita ad Ansaldo energia a proposito dell'inchiesta sul Expo 2015. "L'immagine del Paese non è quella legata alla indagini giudiziarie ma quella legata a operazioni come questa di Ansaldo energia", ha aggiunto. Renzi ha dichiarato poi "massima fiducia nella magistratura" e ha invocato "massima severità se sono stati commessi reati". Poi ha ribadito: "I politici facciano il loro lavoro e non commentino il lavoro della magistratura".
Salvini: "Vogliamo pulizia Expo" - Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, interviene con una nota. "Su Expo vogliamo assoluta pulizia, spiace che certe facce del vecchio mondo siano ancora in giro" si legge nel comunicato in cui il leader del Carroccio sottolinea di avere "assoluta fiducia nell'intransigenza e nella correttezza di Maroni". "Expo - aggiunge Salvini - è un'occasione di lavoro troppo importante perché venga infangata dagli interessi di qualcuno ed è incredibile che in giro ci sia gente coinvolta in tangentopoli ancora protagonista di queste schifezze. Ho assoluta fiducia nell'intransigenza e nella correttezza di Maroni, che ha sempre pensato al bene pubblico e non all'arricchimento privato".
Poletti: non è buon segno per Italia - Le vicende legate all'inchiesta Expo non sono "una buna cosa, un buon segno". Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ospite di Porta a Porta. "Credo che non fa bene all'Italia e all'Expo", ha spiegato il ministro. E ha aggiunto: "Mi auguro che il passaggio sia molto rapido, che si riproducano le condizioni per concludere l'operazione. Penso che i termini ci sono tutti", ha sottolineato.