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Monica Lewinsky: "Bill? Storia consensuale" La minaccia a Hillary: "Se si candida parlo"

Dopo anni di silenzio l'ex stagista torna a dire la sua sullo scandalo sessuale che sconvolse l'America, irrompendo nella campagna per le presidenziali 2016

-afp

"Ovviamente era il mio capo e ne ha approfittato, ma sono sempre stata ferma su un punto: è stata una storia consensuale". Dopo anni di silenzio, Monica Lewinsky torna a dire la sua sullo scandalo sessuale che sconvolse la presidenza Clinton. "Gli abusi - racconta l'ex stagista della Casa Bianca, oggi 40enne - sono arrivati dopo, quando sono diventata un capro espiatorio per chi voleva proteggerlo".

La Lewinsky attacca poi Hillary Clinton, irrompendo così nella campagna presidenziale del 2016. Racconta di aver pensato al suicidio, di essere stata umiliata. Ma va oltre, minacciando tra le righe l'ex First Lady, che qualche mese fa l'aveva definita una squilibrata. "Sino adesso sono stata timida, per paura di diventare un problema", confida Monica a Vanity Fair, facendo però capire che stavolta, se la moglie di Bill Clinton dovesse correre di nuovo, il suo atteggiamento potrebbe essere molto diverso.

"La signora Clinton - sottolinea - in qualche modo s'è data la colpa per la relazione tra me e Bill, pensando di essere stata emotivamente negligente. E sembrava averlo perdonato. Trovo che l'impulso di accusare la donna, non solo me, ma anche lei stessa, sia preoccupante. Il mio rifiuto di collaborare con gli inquirenti potrebbe essere stato coraggioso o sciocco, ma mai narcisistico o folle".

"Per quanto mi riguarda - aggiunge - sono profondamente dispiaciuta e rammaricata per quello che è successo tra me e il presidente Clinton". Poi torna sugli effetti dello scandalo sulla sua vita: "L'amministrazione Clinton, i fan del pubblico ministero, politici di tutti e due i partiti e i media sono stati capaci di marchiarmi a vita. E quel marchio è rimasto, in parte perché aveva a che fare con il potere".

"Ho rifiutato offerte da 10 milioni di dollari per fare cose che non ritenevo giusto fare", spiega. Dopo essersi trasferita a Londra, dove ha preso un master alla London School of Economics, ha vissuto a Los Angeles, New York e Portland. Ma ogni volta che ha fatto un colloquio di lavoro, racconta la Lewinsky, veniva scartata per colpa della sua storia. "Ora il mio obbiettivo - conclude - è quello di aiutare le vittime delle umiliazioni e delle molestie on-line e iniziare a parlare di questo argomento in ogni occasione pubblica".

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