Mago o profeta, essere divino o ciarlatano, Anticristo o santo? Su Apollonio di Tiana, filosofo neopitagorico e taumaturgo vissuto nel I secolo d.C, sin dall'antichità è stato scritto tutto e il suo contrario, tanto che persino la sua esistenza è stata messa in dubbio e qualche occultista è arrivato ad attribuirgli origini extraterrestri. A far luce su questo personaggio controverso è ora il saggio Apollonio di Tiana. Il Gesù pagano di Miska Ruggeri (Mursia, 220 pagine, 13 euro, con una prefazione di Luciano Canfora).
L'autore segue le tracce del Tianeo dal I secolo, l'epoca aurea dell'occultismo antico in cui fioriscono maghi e profeti, e risale lungo la storia fino ai nostri giorni, quando l'ombra di Apollonio si allunga sul cinema, sulla musica e sui fumetti (Martin Mystère).
Protagonista delle polemiche tra cristiani e pagani, e per questo alla fine demonizzato dal cristianesimo trionfante, reintepretato dalla scuola teosofica ed esoterica che ne fa un punto di riferimento essenziale, ignorato dagli studiosi di filosofia, Apollonio ha affascinato poeti e scrittori degli ultimi quattro secoli: De Sade ne parla nel Dialogo tra un prete e un moribondo; Keats nel poemetto Lamia rielabora un celebre episodio della Vita di Apollonio scritta da Filostrato; Alexandre Dumas lo inserisce nel suo romanzo incompiuto Isaac Laquedem; Gustave Flaubert nella Tentazione di Sant'Antonio gli fa narrare di sé, dei suoi viaggi, dei suo prodigi e degli dei per sedurre l'eremita.
In anni più recenti ha ispirato il poeta greco Kavafis, che gli dedica vari componimenti (“Se pure è morto” è il più celebre, in cui viene così evocato: “Un giorno apparirà / com'era, in atto d'insegnare il vero: allora / certo riporterà il culto degli dei / nostri, i nostri squisiti riti ellenici”), mentre Ezra Pound, che gli riconosce il merito di aver dato concretezza alla filosofia, cercando di convincere i sovrani a governare con saggezza, lo celebra nei Cantos.
Difficile delineare un ritratto di Apollonio al di là dei pregiudizi e delle leggende generatesi nei secoli sul suo conto. Ma, attraverso le fonti greche e latine e scandagliando il lato oscuro e irrazionale del mondo antico, ricostruendone le fortune e sfortune nei secoli successivi, Ruggeri riporta in vita una personaggio complesso e sfaccettato, portatore di un messaggio nuovo e cosmopolita, e un'idea astratta del divino intrisa di tradizioni misterico-esoteriche, forse in anticipo sui suoi tempi ma certo pieno di suggestioni per i posteri.