Troppe polemiche e clamore. Così il Sap chiede scusa per quell'applauso di Rimini agli agenti condannati per aver ucciso Federico Aldrovandi. Il segretario del sindacato, Gianni Tonelli, invia una lettera "di ammenda pubblica" a Napolitano. Un modo per cercare di abbassare i toni dello scontro, ma soprattutto per tentare di allontanare l'accusa di aver "disonorato la divisa". La madre di Federico: "Quei quattro non li perdonerò mai"
Di fronte a un isolamento evidente, riporta il Corriere della Sera, i vertici del Sap hanno così deciso di rivolgersi direttamente al capo dello Stato per chiedere una riabilitazione" perché, scrive Tonelli, "la sua autorevole e perentoria censura rappresenta per la mia persona un marchio di infamia e un fardello di vergogna e sofferenza dai quali non riuscirò mai ad affrancarmi".
Nel plico spedito al presidente Giorgio Napolitano, che aveva scritto una lettera alla mamma del ragazzo definendo indegna la vicenda, Tonelli inserisce anche "la registrazione di tutto l'evento per dimostrare che l'applauso dura appena 38 secondi", ma soprattutto che "non è in alcun modo riconducibile alla tragica morte del giovane e al dolore della famiglia verso la quale nutriamo sinceri sentimenti di deferente rispetto".
La mamma: "Brutto segno, io non li perdonerò" - Patrizia Moretti non cambia idea sul comportamento degli agenti condannati per la morte del figlio. "Io quei quattro non li perdonerò mai. Non ci può essere perdono senza pentimento. Gli eventi recenti - dice al quotidiano "Nuova Ferrara" - vanno nella direzione opposta. Con quell'applauso sono stati elevati a simboli, a modelli. Questo allontana moltissimo qualsiasi possibilità".
"Lo Stato - aggiunge - si è reso finalmente conto di qual è il problema che ha ucciso Federico in modo corale e ai massimi vertici. Tutti i miei interlocutori mi hanno promesso il massimo impegno per trovare una soluzione"
Mostrate nuove foto in tv - Le immagini che mostrano il cadavere di Federico Aldrovandi a terra, vicino ad una volante della polizia, sono state mostrate dalla trasmissione televisiva "Bersaglio Mobile".