Svolta nelle indagini sulla morte di Riccardo Magherini, avvenuta il 3 marzo a Firenze. Sono infatti indagati i 4 carabinieri che intervennero per arrestare l'uomo. Hanno ricevuto un avviso di garanzia anche i 5 sanitari che portarono i primi soccorsi. Per i militari l'accusa sarebbe di omicidio preterintenzionale mentre per i sanitari di omicidio colposo. Si tratta dei reati ipotizzati nella denuncia presentata dalla famiglia di Magherini.
Le telefonate del 118 quella notte - All'1.21 del 3 marzo i carabinieri, che hanno immobilizzato Magherini, chiedono l'intervento del 118. Dieci minuti più tardi richiamano e aggiungono: "Fa il matto". Pochi istanti dopo arriva la prima ambulanza, senza medico a bordo. Da quanto emerge, il 40enne è già inerme.
All'1.33 i volontari chiamano la centrale operativa e parlano dei carabinieri: "Gli sono addosso in due, vogliono il medico perché ha reagito in maniera violenta".
All'1.44 giunge una seconda ambulanza, stavolta con un medico convinto di dover solo sedare Magherini. Alle 2.12, dopo aver praticato a lungo il massaggio cardiaco, telefona alla centrale: "Il ragazzo che era stato immobilizzato dai carabinieri è in arresto cardiaco", spiega.
Le accuse della famiglia - "Riccardo risulta essere stato immobilizzato con un uso della forza non previsto e contemplato nelle tecniche di immobilizzazione delle forze dell'ordine con calci quantomeno ai fianchi e all'addome, anche nel momento in cui era già steso prono a terra". E' quanto si legge nella denuncia depositata in procura da Guido e Andrea Magherini, padre e fratello di Riccardo.
Le accuse dei parenti del 40enne riguardano sia i militari sia gli operatori del 118: "Nel lungo arco temporale iniziato qualche minuto prima che arrivasse la prima ambulanza, fino a quando è arrivata la seconda ambulanza con l'avvio delle manovre di soccorso, Riccardo era già divenuto totalmente silenzioso e immobile i quattro militari intervenuti hanno invece deciso di continuare a tenere Riccardo immobilizzato nella medesima posizione, continuando altresì ad esercitare pressione sul dorso. I primi sanitari intervenuti non hanno provveduto nemmeno a rimuovere Riccardo da quella posizione né a liberarlo dalle manette, al fine di consentirgli quantomeno una migliore respirazione".
Il difensore dei carabinieri: "Rispettata la legge" - "L'intervento dei carabinieri è stato svolto nell'interesse del cittadino e dei cittadini, con tutte le precauzioni del caso, secondo il protocollo, nel pieno rispetto della legge come sempre fa l'Arma dei carabinieri". L'avvocato Francesco Maresca, difensore dei quattro militari accusati di omicidio preterintenzionale ricostruisce così quanto accaduto quella sera.
"Magherini appariva fortemente alterato e i militari sono intervenuti prima di tutto nel suo interesse, per mettere in sicurezza la situazione e consentire, prima possibile, l'intervento dei sanitari", aggiunge Maresca.