Un impianto termodinamico, un "mostro tecnologico" di energie alternative, sorgerà nell'entroterra siciliano del Val di Noto, una zona a grande vocazione vitivinicola riconosciuta patrimonio dell'Unesco. Vigneti, cantine, strade del vino, turismo rurale e paesaggio sono l'anima dei luoghi in cui hanno investito i numerosi imprenditori locali che oggi dicono no all'impianto e alla deturpazione dell'ambiente. Tgcom24 ha intervistato Paola Ballabeni, titolare di un'azienda agricola limitrofa all'impianto che si è esposta in prima linea con altri imprenditori per chiedere la revoca dell'autorizzazione alla costruzione concessa dal Comune di Noto.
Un impianto termodinamico nel Val di Noto, un territorio riconosciuto patrimonio dell'Unesco. Di cosa si tratta esattamente?
In contrada Bonvini, luogo di pregio nel comune di Noto ricadente nei territori patrimonio dell'Unesco, grazie a un parere favorevole dell'assemblea dei servizi, del sindaco di Noto e della Sovrintendenza di Siracusa, nascerà un impianto termodinamico per la produzione di energia alternativa che comporterà un impatto paesaggistico e ambientale assolutamente inaccettabile.
Si tratta di un impianto sperimentale fatto di specchi, tubature e di pali alti 9 metri, cabine in cemento coibentato per le turbine, elettrodotti, cabine elettriche e tutto ciò che ne consegue. Classificato come industriale, ha ottenuto l'autorizzazione perché edificabile in una zona agricola E. A differenza del fratello fotovoltaico, sarà attivo anche nei momenti di oscurità tramite turbine che continueranno a funzionare, anche di notte, alimentate dal calore e dal vapore immagazzinato grazie al principio di Archimede con temperature che arrivano a 300 gradi.
Cosa pensate a riguardo voi imprenditori della zona?
Noi non entriamo nel merito del valore scientifico e di probabile utilità di questo impianto, seppur iniziativa privata negli utili ma sovvenzionato nei costi. Noi contestiamo la scelta dei luoghi di destinazione dell'impianto, l'assenza di una progettualità compatibile col territorio che ribadisco di pregio agricolo e con interessantissimi sbocchi turistici per un futuro sviluppo economico e culturale. Noto è Patrimonio dell'Unesco, chi viene a visitare Noto viene sicuramente per guardare le eccellenze dell'arte Barocca, per mangiare bene e bere dell'ottimo vino, per godere del paesaggio rurale e delle spiagge, per passeggiare nelle aree naturalistiche ecc. non certo per visitare "impianti industriali" allocati in mezzo al verde delle campagne!
Siamo a due passi dal meraviglioso litorale di San Lorenzo, da Marzamemi, dall'oasi di Vendicari, dall'Isola delle correnti con l'incontro dei due mari, dai pantani dove sostano gli uccelli migratori. Siamo nel cuore di una zona che serba storia, cultura e barocco.
Sia chiaro, noi non vogliamo demonizzare il progresso: noi vogliamo tutelare il nostro territorio e chiedere alle autorità competenti un progetto concreto per questi luoghi. Qui c'è gente che da anni sta lavorando in un'altra direzione che è quella dell'enogastronomia di qualità, della conservazione e della salvaguardia del paesaggio, dello sviluppo di un turismo sostenibile che sia fonte di ricchezza per tutti.
Come vi state muovendo adesso, qual è il vostro obiettivo?
Insieme ai maggiori produttori vinicoli della zona ("Strade del Vino e dei sapori del valdinoto” tra cui Planeta) e al Consorzio di Tutela dell'Eloro e Noto, abbiamo incontrato il sindaco di Noto e i responsabili amministrativi di questo attentato al paesaggio i quali, imbarazzati, hanno nicchiato anche di fronte alle domande dell'On. Fabio Granata di Green Italia. Abbiamo presentato ricorso al Tar contro l'incredibile concessione accordata, certi di essere nel giusto: ad oggi ci hanno rifiutato la sospensiva! Temiamo che i forti interessi economici legati alle rinnovabili abbiano ancora una volta il sopravvento.
Il primo obiettivo è quello di fare revocare l'autorizzazione concessa dal Comune di Noto attraverso un'attenta analisi delle procedure adottate, da noi ritenute non idonee attraverso il ricorso al Tar. In secondo luogo, attraverso l'inoltro di un'istanza, vogliamo costringere la Regione Sicilia a concludere il procedimento di individuazione delle aree non idonee per capire dove sia possibile costruire o meno gli impianti di energia rinnovabile. E' molto importante sensibilizzare le Istituzioni al rispetto delle indicazioni Unesco di rispetto del paesaggio e delle vocazioni agricole di pregio.