La Francia ha appena approvato un emendamento che dà agli animali lo stato di "esseri viventi dotati di sensibilità". Certo, è una notizia, qualcuno dice perfino una rivoluzione, ma, scusate, non era già evidente a tutti? Comunque, quel che conta non è l'opinione comune, ma la sua ufficializzazione giuridica. E da questo punto di vista sancire, per iscritto e qualche volta perfino nella Costituzione, che gli animali non sono cose, ma esseri viventi che come noi sentono, soffrono, partecipano è cosa importante.
Anche se dà spazio, e giustamente, ad una serie di dubbi e domande che rischiano di metterci molto in crisi. Perché gli animali di cui si parla non sono solo i classici, amatissimi, cani e gatti con cui condividiamo vita e affetti, ma anche tutti gli altri. Di cui ci cibiamo, ci vestiamo, usiamo in mille modi…
Il futuro è vegetariano, minacciano gli animalisti e i più oltranzisti già oggi rifiutano di usare la pelle per vestirsi. Però, siccome non si può imporre tanta coerenza a tutti e la natura, in fondo, ha disposto diversamente da sempre, sarebbe già sufficiente evitare crudeltà e dolori inutili agli animali.
Ma in molti sostengono che questa posizione è solo una foglia di fico, che nasconde la nostra incoerenza. E, a ribadire il concetto, c'è anche chi ricorda che perfino Giovanni Paolo II aveva dichiarato che gli animali hanno un'anima. Rimane il fatto che la Svizzera già 20 anni fa aveva sancito ufficialmente la natura di esseri viventi di tutti gli animali, e la Germania, dieci anni fa, ha aggiunto nella Costituzione l'obbligo di rispettare la dignità degli uomini "e degli animali".
In Italia il dibattito è ancora aperto, ma non ha ancora prodotto risultati in Parlamento dove sono stati presentate, ma mai discusse, varie proposte (forse anche per via di problemi più urgenti). L'unica legge approvata è quella sulla vivisezione che ha scatenato le proteste della comunità scientifica.
Mentre, dall'altra parte, si scatenava anche la violenza degli estremisti che aggredivano sul Web una povera ragazza malata che aveva osato raccontare come la ricerca l'avesse aiutata a vivere. Insomma il dibattito non solo è aperto, ma molto, molto acceso.
Nel frattempo i nostri adorati animali domestici, che oggettivamente hanno uno status ben diverso da quello degli animali tout court, sono in costante crescita nel nostro Paese, anche se ancora non possiamo vantare il record francese che è di 61 milioni tra cani e gatti, praticamente uno per ogni cittadino.
Ma l'ultima notizia viene dalle aule dei tribunali italiani dove, raccontano avvocati e giudizi, nelle cause di separazioni e divorzi mariti e mogli si contendono, senza esclusione di colpi, l'affidamento di cani e gatti. Con la stessa passione, veemenza, aggressività e determinazione che usano per i figli.
Ps Il cane che vedete nella foto è mio "figlio" Rocco a 3 mesi.