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Fondi Pdl, Gasparri a processo per peculato. La replica: chiarirò tutto

Il processo è stato fissato dal Gip, Cinzia Parasporo, per il prossimo primo ottobre davanti alla X sezione penale

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Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri è stato rinviato a giudizio dal gup di Roma per peculato. L'accusa riguarda l'appropriazione di 600mila euro destinati all'allora gruppo Pdl. Gasparri avrebbe utilizzato quei soldi per una polizza vita a lui intestata. Il parlamentare ha poi restituito in due tranche i soldi. Il processo è stato fissato dal Gip, Cinzia Parasporo, per il prossimo primo ottobre davanti alla X sezione penale.

Nel capo di imputazione si legge che Gasparri, in qualità di presidente del gruppo parlamentare Pdl, avendo "la disponibilità di somme di denaro provenienti dal bilancio del Senato a titolo di contributo al funzionamento dell'ufficio di presidenza del suddetto gruppo parlamentare, si appropriava di 600 mila euro utilizzandoli per l'acquisto di una polizza intestata a lui personalmente, avente quale durata la sua intera vita e i cui beneficiari, in caso di morte dell'assicurato, erano i suoi eredi legittimi".

Gasparri: mi difenderò - "Apprendo con sorpresa e amarezza che eèstato disposto il mio rinvio a giudizio. Ritenevo che l'evidenza dei fatti imponesse una decisione diversa. Cosi' non e' stato". Questo il prinmo commento di Maurizio Gasparri, che aggiunge: "Il dibattimento pubblico consentirà una conoscenza puntuale della vicenda e si comprenderaàche non ho mai sottoscritto una polizza vita e che mi sono limitato a tutelare il gruppo parlamentare in previsione di una serie di contenziosi ai quali stava andando incontro". "Mi difenderò - prosegue ancora - ribadendo le cose che ho detto finora perché questa e' la veritaà ed è una verita' che non ammette alcuna interpretazione critica, così come è stato fatto da chi ha ritenuto di individuare nei miei comportamenti profili contestabili. Sono assolutamente sereno perché forte della verità dei fatti".

Gasparri: sorpresa per la decisione del gip - "Siamo sorpresi perché con i documenti e le memorie prodotte pensavamo si fosse chiarito questo equivoco", ha commentato l'avvocato Giuseppe Valentino, difensore di Maurizio Gasparri. "Questa storia - continua il penalista - nasce da un azzardata dichiarazione della banca che avrebbe dovuto interloquire al suo interno in modo più puntuale e sentire i funzionari che avevano proposto un investimento per cogliere a pieno l'insussistenza di qualunque tipo di illiceità".

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