Donne insensibili al ticchettio biologico. Uomini che hanno smesso di cercare l'anima gemella e hanno trovato finalmente se stessi. Lo scenario del 21mo secolo ha definitivamente accolto un terzo genere: i single. Una nuova classe, demograficamente trasversale, antropologicamente derivata da Hugh Grant e Bridget Jones e in aumento costante. Sempre più disinibiti e corteggiati. Soprattutto dal mercato degli agenti matrimoniali.
I cuori solitari sono considerati infatti sempre più un affare: tra speed date, turismo per single e incontri combinati gli imprenditori che aiutano a trovare l'anima gemella sono cresciuti negli ultimi dieci anni del 705,6%.
Secondo una ricerca del Censis tra i settori e le professioni che hanno registrato l'incremento più alto spicca proprio quella degli agenti matrimoniali (13.357 in più nel 2001 rispetto a dieci anni prima). Aprire un'agenzia per cuori solitari (+705,6%), così come avviarne una immobiliare (+883%) o puntare sull'intermediazione finanziaria (+857%), sta diventando la professione che tira di più.
Del resto sono ben 5 milioni e 200 mila gli italiani single, senza contare un'altra larga fetta tra i 2 milioni e mezzo di persone divorziate, appena censiti dall'Istat. L'11% della popolazione italiana. Le famiglie dei single tra il 1994 e il 2002 sono passate da 4.739.000 a 5.893.000 (dal 22,9% al 26,7% del totale delle famiglie) mentre l'attesa per il 2010 è che raggiungano quota 7,8 milioni. Quasi un quarto delle persone che vivono sole (il 24,9% di quasi 5,9 milioni di persone) hanno meno di 45 anni, un esercito di quasi un milione e mezzo di persone che sono ormai "target" per le nuove agenzie di cuori solitari.
Ma non è tutto rose e fiori. Il fenomeno infatti "single" è globale. E le cifre impressionanti. Se negli Stati Uniti i single rappresentano un quarto della popolazione, in Francia, "les nouveaux célibataires", sono 14 milioni: un adulto su tre. Quel che accade però negli ultimi anni è che i single non accettano più di essere emarginati e allo stesso tempo non permettono che le aziende li considerino solo un portafoglio. Insomma dopo l'orgoglio femminista e quello gay è arrivato l'orgoglio single.
"Tutto cambia, e il mondo si modella in formato single", scrive il massmediologo Klaus Davi in "Dì qualcosa di sinistra": "Impossibile ormai negare l'importanza e la potenza di un tale gruppo sociale, il quale oltre a costituire un mercato lucrativo per le imprese, rappresenta una preziosa fonte di voti per i politici a caccia di nuovi target. Non è un caso che i democratici americani stiano puntando proprio sulle single". Stanchi di fare da bersaglio a un mercato pubblicitario che per anni ha fatto leva sulle loro fragilità, i single potrebbero quindi adesso addirittura trasformarsi in "flashlove": massa critica sul modello dei "flashmob", capaci di immobilizzare luoghi. E imporre alle agende politiche temi nuovi: adozioni, sgravi fiscali, nuovi mestieri, garanzie contro le discriminazioni.
Il lavoro per i nuovi "Cupido" diventa quindi sempre più difficile: tra il 1991 e il 2001 la quota di celibi e nubili sul totale della popolazione tra i 25 e i 34 anni è passata dal 38,7% al 53,4% con un'impennata per gli uomini che registrano in quell'età un tasso di celibato del 62,9% (era il 48,1% solo 10 anni prima). Crollo anche per la propensione a vivere in coppia, scesa dal 64,3% al 43,8% per la fascia tra i 25 e 34 anni e dall'86,4% al 76,3% per quella 35-44 anni. Negli ultimi anni si sono ridotti di 1,8 milioni di unità gli sposati o conviventi, un opportunità in più per le agenzie ma forse anche un mercato in cui crescono gli "incontentabili. Insomma il numero di persone sole che stanno bene con se stesse è cresciuto molto e tenderà ad aumentare. Persino l'inossidabile Barbie ha cambiato strategia. Al suo fianco, al posto di Ken, è comparso un nuovo personaggio. E la Mattel ha chiarito: a 45 anni Barbie è diventata single.