Bolsonaro, il Presidente brasiliano che ha limitato i diritti umani e vietato il lockdown
Una carriera divisa tra l'esercito e la politica: le tappe principali del suo mandato presidenziale tra negazionismo e il caso Cesare Battisti
La notizia della sua positività al Coronavirus ha fatto rapidamente il giro del mondo. Anticipato dai media locali brasiliani, è stato lui stesso a confermarlo durante un intervento televisivo. Il Presidente del Brasile Jair Bolsonaro ha tenuto a precisare che le sue condizioni di salute sono buone, che "i polmoni sono puliti e andrei anche a fare una passeggiata, se potessi". Un'ammissione che fa scalpore in un Paese dove, proprio per volere del leader di estrema destra, non sono mai state adottate misure di lockdown, condannando decine di migliaia di persone alla morte.
L'inchiesta "Lava Jato", l'attentato e la nomina a Presidente - L'ascesa di Bolsonaro come leader del Paese verdeoro inizia nel 2018, dopo che il Presidente uscente Michel Temer e l'ex-capo di Stato e rivale nelle elezioni Luiz Lula vengono entrambi incriminati nello scandalo "Lava Jato" (autolavaggio in portoghese). L'operazione, iniziata nel 2014, ha portato alla luce un giro di tangenti all'interno dell'azienda petrolifera statale Petrobas.
Il tentativo di omicidio dell'ex-capitano dell'esercito, avvenuto a meno di un mese dalle elezioni, impedisce al candidato Presidente di continuare la campagna elettorale, ma allo stesso tempo vede il suo consenso crescere in maniera inaspettata. Bolsonaro viene eletto come candidato del Partito Social-Liberale e inizia il suo mandato il 1° gennaio del 2019.
Le leggi anti LGBT e gli incendi dell'Amazzonia - Un mandato basato su meritocrazia e conservatorismo. Non appena insediato, Bolsonaro ha promosso azioni volte a diminuire la libertà delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali, attirando su di sé l'ira di moltissime associazioni internazionali. Ha eliminato dalla politica nazionale qualsiasi rappresentante della comunità LGBT e ha cancellato le linee guida del Paese per la promozione delle diversità.
Il capo di Stato verdeoro ha più volte espresso il suo apprezzamento per la dittatura militare e l'utilizzo della tortura, arrivando a proporre (quando ancora deputato) la reintroduzione della pena di morte.
Propenso ad una politica economica molto aggressiva, Bolsonaro ha aumentato il salario minimo da 954 a 998 Real brasiliani nei primi mesi del suo mandato . Inoltre ha approvato la vendita di 700.000 proprietà statali.
Uno dei maggiori problemi politici con cui Bolsonaro si è scontrato è il caso degli incendi che hanno devastato l'Amazzonia nell'estate del 2019. Da sempre favorevole ad un maggiore sfruttamento delle risorse naturali presenti sul suolo brasiliano, il Presidente, accusato di eccessiva leggerezza nel fronteggiare la questione. ha reagito accusando la stampa nazionale ed estera di propaganda sovversiva nei suoi confronti,
L'appoggio a Guaidò e l'estradizione di Cesare Battisti - Soprannominato il "Trump brasiliano", Bolsonaro si è allineato al Presidente degli Stati Uniti nel sostenere il governo ad interim del venezuelano Juan Guaidò, che da marzo 2019 contesta il potere del Presidente formalmente eletto Nicolás Maduro.
Il Capo di Stato brasiliano è da sempre in buoni rapporti con il segretario della Lega Matteo Salvini. Durante la sua campagna elettorale, Bolsonaro aveva più volte reso nota la volontà di procedere all'estradizione del criminale italiano Cesare Battisti. L'operazione fu possibile nel gennaio del 2019, dopo che il terrorista rosso venne ritrovato in Bolivia e immediatamente trasferito su territorio italiano.
La pandemia e la crisi sanitaria - Convinto negazionista, il leader brasiliano si è trovato più volte in conflitto con i governatori federali del Brasile sulla questione Covid19. Definita inizialmente da Bolsonaro una "febbriciuola", il virus nel paese verdeoro ha superato il milione di contagi, dando vita ad una vera e propria emergenza sanitaria. Il rifiuto di imporre il distanziamento sociale o il lockdown, ma anche solo l’uso della mascherina, ha influito in maniera critica sulla diffusione del virus. Dall'inizio della pandemia, due ministri della Salute, Luiz Henrique Mandetta e Nelson Tech, si sono dimessi per forti contrasti con il Presidente circa la gestione dell'emergenza.
Nonostante l'aumento esponenziale di casi soprattutto nei mesi di maggio e giugno, Bolsonaro si è sempre dimostrato preoccupato solo delle perdite economiche causate da un possibile lockdown. Per questa ragione, sempre più persone in Brasile hanno deciso di scendere in piazza per chiedere le dimissioni del Presidente.
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