Un danno erariale di quasi un miliardo di euro provocato dalle truffe al servizio sanitario nazionale. E' quanto emerge dal rapporto della guardia di finanza dei controlli compiuti nell'ultimo anno e riportato dal "Corriere della Sera". A compiere le irregolarità erano medici e operatori del settore spesso d'accordo con i pazienti o con gli agenti assicurativi. E le verifiche dei primi mesi del 2014 confermerebbero il trend.
Gli accertamenti, che nel 2013 hanno portato a 1.173 persone denunciate, con 742 funzionari pubblici sottoposti a richiesta di risarcimento dalla Corte dei Conti, hanno portato alla luce un giro di false esenzioni, finti ricoveri nelle strutture private e iperprescrizioni di farmaci. Tra gli illeciti più frequenti, gli interventi estetici spacciati per operazioni su gravi patologie, e quindi rimborsati con cifre superiori a quanto previsto: così, per il Servizio Sanitario Nazionale, rinoplastiche diventano settoplastiche, e ritocchi al seno o alle cosce assumono l'importanza di operazioni salva-vita.
Nel mirino dei militari della guardia di finanza anche le autocertificazioni contraffatte, e le relative attestazioni compiacenti dei medici, per l'esenzione dai ticket. In otto casi su dieci, nei controlli effettuati, sono state rilevate irregolarità. Record di illeciti anche nella prescrizione di farmaci: in Campania, per esempio, l'emissione di ricette è di sette punti superiore alla media nazionale. Beccati, tra gli altri, medici che prescrivevano farmaci a persone emigrate all'estero o decedute.
Spuntano poi gli espedienti per aggirare il calo del rimborso per i ricoveri "a lungo termine": per evitare il taglio che scatta dopo 60 giorni, le degenze vengono "spezzate" con false dimissioni e con un nuovo ricovero dopo poche ore. E c'è pure chi accetta ricoveri in regime d'emergenza anche se la struttura non è abilitata. Una lista di truffe infinite che annovera anche l'acquisto di costosissime strumentazioni, comprate dalle strutture pubbliche ma usate poi negli studi privati dei medici, e, inevitabilmente, il capitolo appalti pubblici: nella sola Asl di Brindisi il valore degli appalti sotto indagine è di 35 milioni di euro.