Non senza polemiche, la Ru486 è stata introdotta in Italia nel 2010, 22 anni dopo la commercializzazione in Francia. La "pillola per abortire" è a base di mifepristone, farmaco in grado di interrompere la gravidanza già iniziata con l'attecchimento dell'ovulo fecondato. Può essere prescritta entro la settima settimana e, in alcune Regioni, ultima in ordine di tempo il Lazio, può essere somministrato anche in day hospital.
La terapia per abortire con la pillola prevede, in realtà, l'assunzione di due diversi farmaci. La Ru486 e, due giorni dopo, la prostaglandina che provoca le contrazioni uterine e l'espulsione dei tessuti embrionali.
L'aborto farmacologico, in un primo momento, fu consentito solo tramite ricovero di tre giorni in ospedale. Presto, però, diverse regioni l'hanno permesso anche in day hospital: il paziente, assunta la Ru486, torna a casa e, 48 ore dopo, si ripresenta per la somministrazione della prostaglandina.
Non è la "pillola del giorno dopo" - La Ru486 non va confusa con la "pillola del giorno dopo" Norlevo: quest'ultima è un anticoncezionale e non provoca, secondo gli esperti, l'interruzione di una gravidanza. Impedisce invece l'eventuale annidamento nell'utero dell'ovulo che potrebbe essere fecondato.
Ru486, in Francia dal 1988 - La Ru486 è arrivata in Italia 22 anni dopo rispetto alla Francia, dove è commerciabile fin dal 1988. Nel 1990 fu autorizzata in Gran Bretagna e, un anno dopo, in Svezia. Dal 1999 la pillola viene ufficialmente commercializzata in Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Grecia e Paesi Bassi, Svizzera, Israele, Lussemburgo, Norvegia, Tunisia, Sudafrica, Taiwan, Nuova Zelanda e Federazione russa.
Nel 2005 il mifepristone è stato aggiunto alla lista dei farmaci dall'Organizzazione mondiale della Sanità, che ha anche definito delle linee guida.