DI NECESSITA' VIRTU'

Veronica, stilista low cost a vent'anniIl segreto? "Non mi piace arrendermi"

Da barista a hostess, da promoter a modella e commessa, poi il salto: "Dopo essere stata scartata nelle sartorie e nelle case di moda perché per loro ero giovane ed inesperta, ho deciso di mettermi in proprio"

© tgcom24

Saremo pure ingenui, ma una delle poche cose che non si possono negare sono i sogni. Così abbiamo pensato di andare alla ricerca di tutti quegli italiani che non si sono arresi alla crisi, ma hanno saputo rialzarsi e reinventarsi con successo. E ce ne sono. In molti hanno deciso di arrangiarsi trasformando i propri sogni in fonte di reddito. Di necessità virtù, appunto: è il titolo della rubrica di Tgcom24 che parla di chi, nonostante la difficile situazione economica, si è rimboccato le maniche. Se anche tu hai sfidato la crisi e ne sei uscito vincente: scrivi e racconta la tua esperienza.

Oggi raccontiamo la storia di una giovane stilista che sta inseguendo il suo sogno. Veronica, classe 1993 con una grande passione nata con lei: sin da piccola creava abiti per le sue bambole. Così dopo diversi lavoretti precari, da barista a hostess, da promoter a modella e commessa, ha deciso di buttarsi e dedicarsi alla sua passione per conto suo. Oggi è stilista, sarta e modellista. Il suo segreto? "Non sono un tipo che si lascia demoralizzare - spiega a Tgcom24 - e dopo essere stata scartata nelle sartorie e nelle case di moda perché per loro ero giovane ed inesperta, ho deciso di mettermi in proprio".

Tentare di fare la stilista non è una scelta facile, come mai ti sei avventurata in questa professione?
"La mia passione nasce da bambina quando creavo abiti per le bambole, sto realizzando piano piano il mio sogno. Diciamo che non essendoci lavoro me lo sono inventata, ho fatto diversi lavoretti precari, barista, hostess, promoter, modella, commessa, ma nelle sartorie e nelle case di moda mi hanno sempre scartata. Dicevano che ero giovane ed inesperta senza nemmeno mettermi alla prova, così ho deciso di dedicarmi alla mia passione per conto mio".

Hai investito soldi per aprirti un laboratorio tutto tuo?
"Il 3 aprile 2013 è morta mia nonna, e la casa di Milano dove abitava era inutilizzata. Così mio padre me l'ha messa a disposizione e l'ho trasformata nel mio laboratorio atelier. Lì ho le macchine da cucire, le stoffe, i manichini e svolgo la mia attività di stilista, sarta e modellista".

Lavori da sola o hai dei soci?
"Da alcune settimane ho due socie, una mia carissima amica, Cristina ex compagna di scuola e la signora Patricia, presidente di un'associazione culturale"

Che tipo di clientela si rivolge a te?
"Disegno abiti per chiunque lo desidera, i miei clienti sono di ogni genere, soprattutto donne, ma ci sono anche uomini. A volte qualcuno mi chiede anche di dare una rinfrescata ai capi usati..."

Una stilista low cost insomma?
"Beh sì... certo non costano molto i miei capi, ancora sono nella fase dello start up e quindi devo farmi conoscere ed essere competitiva. Non sono un'imprenditrice sono una giovane ragazza di vent'anni che non si piange addosso e si da fare nel suo piccolo".

Più sacrifici o più soddisfazioni?
"Il mio lavoro me lo creo ogni giorno, vado a domicilio dai clienti a ritirare la merce e la riporto o vengono in atelier,sono in continua movimento. Ma le soddisfazioni arrivano: vedere indossati i miei capi che prendono forma da un disegno su un foglio, non ha prezzo."

Progetti per il futuro?
"Aprire un vero atelier e diventare una famosa stilista, qui a Milano, ovviamente, la città della moda per eccellenza. Anche se il mio luogo del cuore è Parigi: finalmente ci andrò a maggio per la prima volta, tappa obbligata per una stilista che studia moda..."