Mafia, Cassazione: niente sospensione della pena per Bernardo Provenzano
Parma, respinto il ricorso motivato dalle gravi condizioni di salute del boss. Il ministro Orlando gli aveva già prorogato il regime del 41bis
Niente sospensione della pena per Bernardo Provenzano, il boss di Cosa Nostra detenuto al regime del 41bis nel carcere di Parma. Lo ha deciso la Cassazione che ha respinto il ricorso dei legali del capomafia che, invano, hanno sostenuto che le condizioni di salute di Provenzano, affetto da patologie neurologiche, non siano compatibili con il carcere. La scorsa settimana il Guardasigilli Orlando gli aveva prorogato il regime di carcere duro.
In particolare, la Prima sezione penale della Cassazione - presidente Renato Cortese, relatore Giuseppe Locatelli - ha respinto, con condanna alle spese, il ricorso degli avvocati Rosalba Di Gregorio e Francesco Marasà contro l'ordinanza con la quale il Tribunale di Sorveglianza di Bologna, il 27 agosto, aveva respinto la richiesta di differimento della pena "per grave infermita'" per Provenzano.
Per le cattive condizioni di salute del boss - condannato a 20 ergastoli, 33 anni e sei mesi di isolamento diurno, 49 anni e un mese di reclusione e 13mila euro di multa - le Procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze avevano dato parere negativo alla proroga del 41bis che invece era stata approvata dalla Direzione nazionale antimafia che ritiene che Provenzano sia ancora, potenzialmente, in grado di dare ordini a Cosa Nostra.
Provenzano è già stato ricoverato in ospedale, in coma, e, secondo quanto riferito dai suoi familiari ai media, è tra l'altro nutrito attraverso un sondino nasogastrico.
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