Paradossi dell'economia reale. Proprio mentre appaiono i primi segni positivi dal lato della produzione, proprio mentre il nuovo corso della politica promette stimoli concreti all'economia, il dato sugli acquisti segnala quanto il sistema delle famiglie stenti a riavviare un percorso di crescita. Gli acquisti di febbraio, liberi da condizionamenti di calendario, pur se meno negativi delle ultime contabilizzazioni ufficiali, parlano chiaro: -1,4% su febbraio 2013, due punti in meno rispetto alla media annua.
Si conferma dunque, questa, una fase di divaricazione dei trend riferiti a settori e comparti diversi, fra quelli che hanno già raggiunto (auspicabilmente abbandonato) il punto di minimo e quelli che ancora la luce devono scorgerla in fondo al tunnel. È ciò che avviene al comparto delle famiglie. La fiducia rilevata a febbraio lo aveva anticipato con un ulteriore calo.
Seppure è chiara la percezione di una situazione meno grave per l'economia del Paese, è ancora in decremento quella relativa al quadro famigliare; se il futuro appare meno oscuro, i giudizi sul presente sono ancora in peggioramento, come d'altronde, su tutti, il dato reale relativo alla disoccupazione.
Le nostre rilevazioni ci dicono dunque che, a parità di titolari, rispetto a un anno fa diminuiscono coloro che spendono (-2,8%), pur se aumenta la spesa pro capite (+1,5%). Ossia si incrementa la concentrazione della spesa su meno teste, come testimonia ancora il confronto fra alto-spendenti (+1,1% a febbraio), medio (-7,3%) e basso (-29%).
Di questo scenario si giova ulteriormente l'ecommerce, allargando ancora la differenza di trend con i canali tradizionali: +26,8% il primo, -6,1% i secondi. Come dire: nei momenti di minore vivacità degli acquisti, il consumatore alloca ancor più quote di spesa online di quanto faccia normalmente.
Dunque a soffrirne sono in gran parte i settori percentualmente meno posizionati online, quasi come se il tasso di crescita del settore fosse correlato alla sua percentuale di presenza in rete. In particolare è evidente il calo a doppia cifra dell'Alimentare (-10,4%), da solo in grado di spiegare gran parte del calo complessivo. Fra i comparti in crescita, è interessante la relativa moderazione dei Servizi Vari, la cui espansione proviene dalle componenti "incomprimibili”, in particolare Enti Pubblici e Servizi Medico-sanitari.
Nelle voci turistiche, anche con la complicità di un carnevale ritardato a marzo, si rileva una maggior componente di spese "a lunga percorrenza", come Linee Aeree e Agenzie Viaggio, con cali su carburanti, pedaggi, alberghi e ristoranti.