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Ddl riforma Senato, via libera del Cdm Avrà 148 membri, 21 nominati dal Colle

Il testo prevede la riduzione del numero dei parlamentari, l'abolizione delle Province e del Cnel. "In minoranza chi si opporrà al cambiamento", afferma Renzi che va all'attacco di Grillo: "Sta a rosicà, gli manca la terra sotto i piedi"

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Il Consiglio dei ministri ha approvato all'unanimità il disegno di legge sulla riforma costituzionale del Senato e del titolo V. Lo ha annunciato il premier, Matteo Renzi, in conferenza stampa. Il testo prevede, oltre alla riduzione del numero dei parlamentari, anche l'abolizione delle Province e del Consiglio nazionale di economia e lavoro (Cnel).

Senato delle Autonomie avrà 148 membri - Il futuro Senato "si chiamerà Senato delle Autonomie" e sarà composto da 148 persone; 21 nominati dal Quirinale e 127 rappresentanti dei Consigli Regionali e dei sindaci. Lo ha riferito il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. Il ddl prevede una composizione paritaria di tutte le Regioni e tra Regioni e sindaci, ma c'è "la disponibilità a esaminare una composizione proporzionale al numero degli abitanti di ciascuna Regione". Gli ex presidenti della Repubblica e gli attuali senatori a vita faranno parte del futuro Senato delle Autonomie.

Renzi: "No elezione diretta per i senatori" - Con il ddl, ha spiegato Renzi, "intendiamo superare il bicameralismo perfetto con quattro paletti" per il Senato: no a fiducia, no a voto su bilancio, no elezione diretta per i senatori, no indennità. "Non so se ci sarà il lieto fine, ma questo è un buon inizio. Basta con i rinvii", ha aggiunto. "I nomi e i cognomi di chi vuole cambiare il cambiamento li dirò alla fine della votazione, ma saranno minoranza al Senato e nel Paese. Credo che ce la faremo", ha sottolineato.

"E' finito il tempo dei rinvii" - L'approvazione del ddl di riforma costituzionale in Cdm mostra "una classe politica che ha capito che è finito il tempo dei rinvii", ha commentato il presidente del Consiglio. "E' importante - ha proseguito - che non ci sia spazio per ulteriore dilazioni e rinvii". E ancora: "E' fondamentale" che si arrivi all'approvazione della prima lettura del ddl riforme al Senato "entro il 25 maggio, entro le elezioni europee".

"Certo senatori coglieranno opportunità" - "Sono certo - ha detto il premier - che non ci saranno tra i senatori persone che non colgano la straordinaria opportunità che stiamo vivendo. In Italia sta tornando la speranza che le cose cambino davvero: sono sicuro che non ci sia alternativa al futuro ed è impensabile continuare a fingere" che non sia così.

"Nella settimana di Pasqua dl per 80 euro busta paga" - Nella "settimana di Pasqua" saranno varati i decreti per gli sgravi di 80 euro in busta paga per i meno abbienti, ha poi annunciato Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Entro fine aprile", ha aggiunto, saranno affrontati i temi di fisco, P.a., innovazione e riorganizzazione dello Stato.

"Pd non mi preoccupa, condividerà progetto sulle riforme" - "Non sono preoccupato" da spaccature nel Pd sulle riforme. "Credo ci sarà una posizione di grande condivisione del progetto", ha sottolineato Renzi. "Poi - ha detto - se qualcuno vorrà assumersi la responsabilità di far fallire questo percorso, lo farà. Noi più che dire che ci giochiamo tutto, non possiamo". Rivolgendosi a Silvio Berlusconi, ha assicurato che "il Pd sarà coerente".

"Grillo rosica, gli manca la terra sotto i piedi" - Renzi ha rivolto anche una frecciata al leader del M5S: "Non è un caso se in questo momento quello che più di tutti, come si dice a Roma, sta a rosicà è Beppe Grillo: è naturale che uno che ha avuto grandissimo successo parlando di rinnovamento ma ora che vede che si va verso il rinnovamento si sente franare la terra sotto i piedi".

"Grasso sbaglia, non si può continuare con Senato di eletti" - "Non si è mai visto un presidente del Senato intervenire su provvedimenti in itinere, se sono arbitri non possono giocare. Quindi se Grasso è intervenuto come presidente del Senato ha commesso un errore, se è intervenuto come esponente del Pd il vicesegretario Serracchiani è intervenuta come esponente del Pd", ha detto Renzi. Ma, ha aggiutno, "al di là delle cose che interessano gli addetti ai lavori, il punto è che io non sono d'accordo con quello che dice Grasso, non si può andare avanti con Senato di eletti".

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