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Mantenimento della corsia di marcia, nuovo regolamento ONU

Aderiscono una sessantina di Paesi, inclusi tutti quelli UE

Il nuovo regolamento sui sistemi di mantenimento della corsia di marcia entrerà in vigore nel 2021. I costruttori automobilistici dovranno attenersi a questo e i circa 60 Paesi che hanno aderito daranno man mano le omologazioni. A spingere sulle nuove regole è stata lʼONU e i Paesi dellʼUnione Europea hanno siglato lʼaccordo.

Attenzione però, questo non vuole dire che la guida assistita sia dietro lʼangolo. Il regolamento nuovo però, approvato dalla Commissione economica per lʼEuropa dellʼONU (UNECE), detta un codice univoco per chi aderisce, armonizzando le varie normative in materia, e indica anche una data ‒ il 2021 ‒ per entrare in vigore. A dare la spinta allʼiniziativa sono stati Giappone e Germania, i Paesi con tradizione automobilistica più radicata in fatto di tecnologie ed elettronica di sicurezza, seguiti poi da una sessantina di Paesi, tutti quelli UE ma anche Stati Uniti, Canada, Corea del Sud.

I sistemi di mantenimento della corsia (ALKS, Automatic Lane Keeping Systems) sono oggi tra i dispositivi di assistenza alla guida più diffusi sulle auto di nuova produzione. Fanno parte degli ADAS e del cosiddetto “Livello 2” di guida autonoma (sui 5 livelli in tutto). In base al nuovo regolamento, questi sistemi elettronici di sicurezza possono essere attivati soltanto su strade in cui è vietato lʼaccesso a pedoni e ciclisti e in cui ci siano carreggiate di marcia separate (autostrade, tangenziali). Previsto anche un limite di velocità ‒ 60 km/h ‒ per il funzionamento del mantenimento di corsia, così da non impedire manovre di sterzo anti tamponamento a velocità superiori.

Il Giappone ha già fatto sapere che applicherà il regolamento non appena entrerà in vigore, mentre lʼUE avrà tempi più lunghi e differenziati fra i 27 Paesi membri. Non sfugge il fatto che la rete stradale debba essere pronta a recepire queste tecnologie, come pronte devono essere anche le industrie automobilistiche di tutti i Paesi, pena la penalizzazione sul fronte dellʼexport qualora le automobili ne fossero sprovviste.

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