E' partito da Correggio, in un clima di festa e con un pubblico di tutte le età, il "Mondovisione Tour" di Luciano Ligabue, che farà tappa nelle "Piccole città" prima di approdare in estate negli stadi. Nel palasport di casa il rocker si è mostrato in una versione più intima e raccolta, tra energia e racconti divertenti, puntando su una scaletta infarcita di nuovi brani e successi storici, riproposti negli arrangiamenti originali..
Correggio, bassa reggiana. Non poteva che partire da qui il "Mondovisione Tour - Piccole città 2014" di Luciano Ligabue. "Ciao, eh. Ciao a tutti - sono le prime parole, il tono familiare dopo due canzoni senza pause - E grazie per essere qui. Grazie perché so il mazzo che vi siete dovuti fare per avere i biglietti".
Aveva detto che aveva voglia di suonare qui. E si vede, per come affronta le canzoni sempre sorridente, per come scherza con il pubblico che è più della classica platea di fan, è come suonare nel salotto di casa. Ricorda i tempi delle riprese del suo film "Radiofreccia", girato in paese: "Anche allora, ero un agente segreto della pro loco di Correggio - scherza -. Chiudevano una strada e se la prendevano con me. Ora vengono e mi dicono, fanne un altro che c'era un po' di movimento..."
Il cantante è vestito di nero, jeans e camicia leggermente aperta, le maniche rimboccate per uno show che non tradisce attese e premesse. Ruvido, i suoni che sembrano uscire dal passato. Insieme a una scaletta con tanti classici riportati agli arrangiamenti originali (da "Ho messo via" a "Urlando contro il cielo"; da "Lambrusco e Pop Corn" a "Piccola stella senza cielo"), grazie anche al ritorno di Capitan Fede Poggipollini alla chitarra. E' un concerto a suo modo intimo, dove non c'è nemmeno bisogno di maxischermo. Per quello si dovrà aspettare la fine di maggio, con la tournèe vera e propria negli stadi.
Uno show popolare, nel senso più alto del termine, ma che paradossalmente sarà per pochi, perché per i numeri a cui è abituato, le circa quindicimila persone che alla fine riusciranno a vederlo in questa forma sono pochissime. Per chi riuscirà a farcela, ne varrà la pena: un po' familiare, vicino di casa; e un po', comunque, divo. Perché comunque a giugno si riprenderà San Siro, ché anche quella, ormai, è un po' casa sua.