Obama incontra Renzi e lo incita: "Avanti con le riforme"
Il presidente Usa spende poi elogi per Giorgio Napolitano: "Meno male che l'Italia ha te". E poi bacchetta l'Ue sulla Difesa: "Spendete poco"
Nell'incontro a Villa Taverna, insieme al segretario di Stato John Kerry e al ministro degli Esteri Federica Mogherini, tra Renzi e Obama è scattata un'intesa e un'impressione reciproca che sarà facile lavorare insieme. Matteo Renzi non vedeva l'ora di incontrare uno dei suoi miti politici, insieme a Tony Blair e Nelson Mandela. E con la schiettezza che lo contraddistingue non ha celato il suo entusiasmo davanti a Obama: "In Italia in questo momento c'è una generazione politica che guarda a te come ad un modello", ha detto subito il premier italiano ad un presidente Usa incuriosito dall'energia e dall'entusiasmo del più giovane primo ministro europeo.
Il faccia a faccia è stato incentrato soprattutto sulla politica italiana. Obama voleva conoscere le riforme che Renzi ha in testa. E l'ex sindaco ha raccontato la sua "rivoluzione", entrando anche nei particolari sulle riforme istituzionali, sulle misure per la crescita e sul jobs act, chiamato così proprio perché, ha detto, ispirato al piano del capo della Casa Bianca. "Siamo anche vicini a eliminare l'indennità per 3mila politici", ha aggiunto il leader Pd accennando alla riforma delle province. E spiegando che in Italia è giunto il momento di chiedere di più a chi ha pagato di meno il peso della crisi economica, a partire dalla politica e dai supermanager di Stato.
Impegni che Obama, reduce dall'incontro con il Papa e da sempre in prima fila per cercare di ridurre le disuguaglianze, ha apprezzato. Così come ha condiviso la priorità della crescita come arma per ridurre il debito pubblico. Anche in privato il numero uno degli Stati Uniti ha raccontato di aver fatto presente al presidente della commissione Ue Josè Manuel Barroso che l'Europa deve lavorare per la crescita e per creare posti di lavoro e non solo per l'austerità. Musica per le orecchie di Renzi che, però, sa, e ha ribadito, che l'Italia deve tornare ad essere un grande paese e fare la sua strada di riforme per essere credibile nel sostenere la necessità di una nuova rotta europea.
Sulla politica estera, oltre all'assoluta sintonia fra Stati Uniti e Europa sull'Ucraina, il premier italiano ha voluto assicurare un surplus di attenzione del governo italiano sul fronte del mediterraneo, confermando l'impegno nelle missioni all'estero al netto di una revisione delle spese che però non intaccherà, ha garantito Renzi, la leadership italiana in alcune zone a rischio.
La bacchettata di Obama all'Ue - Ma sulla Difesa Obama ha bacchettato l'Ue: "Non possiamo pagare solo noi". Per la difesa comune, gli Stati Uniti spendono troppo e l'Europa sempre di meno, in un momento in cui le spese destinate alla sicurezza europea rischiano di lievitare di nuovo con la crisi in Ucraina e le crescenti tensioni con la Russia. Su questo punto, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è preoccupato e lo ha spiegato con chiarezza durante la conferenza stampa congiunta con Renzi.
"Sugli F35 ognuno faccia la propria parte" - Obama non cita direttamente gli F35 di cui l'Italia intende ridurre il numero, ma secondo l'inquilino della Casa Bianca il divario tra le spese di difesa Usa ed europee in seno alla Nato "è diventato troppo significativo", e visto che siamo in una alleanza, ognuno deve "farsi carico della propria parte di fardello". "Non ci può essere una situazione in cui gli Usa spendono più del 3% del loro Pil nella difesa, gran parte concentrato in Europa", mentre "l'Europa spende in media l'1%", ha spiegato Obama, ricordando che gli Stati Uniti sono appena usciti da due guerre, in Iraq e in Afghanistan, e stanno attraversando un momento di transizione piuttosto delicato. Secondo le ultime cifre della Nato, la spesa Usa è addirittura al 4,1% del Pil, rispetto ad una media dell'1,6%, e un obiettivo condiviso del 2%, con risparmi evitando doppioni di spesa.
Obama a Napolitano: "Italia fortunata, ci sei tu" - In mattinata Obama aveva incontrato anche il presidente della Repubblica per il quale ha espresso solo elogi. Nei "momenti difficili", e l'Italia li sta davvero attraversando, serve l'energia accompagnata dall'esperienza, quella garantita da Giorgio Napolitano. Una "roccia", "un uomo di stato forte" che sta permettendo una navigazione costruttiva verso le riforme, senza scossoni. Da sempre gli americani hanno osservato con un certo stupore le dinamiche politiche italiane, ma Barack Obama ha potuto toccare con mano anche la volatilità dei suoi leader. Nei sei anni da presidente infatti Renzi è il quarto premier che ha modo di conoscere, dopo Berlusconi, Monti e Letta. "Atmosfera di grande e cordiale reciproca comprensione", confermano in serata fonti del Quirinale, raccontando una giornata che ha visto Obama anticipare al presidente gran parte dei temi caldi sviscerati poi con Renzi. Che il presidente statunitense nutra un rispetto amichevole per il capo dello Stato lo si vede bene anche dalle immagini, dalla familiarità con la quale i due leader si trattano. "So nice to see you again. You look wonderful", gli dice sorridendo Obama incontrandolo nei saloni del Quirinale.
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