INTERDETTO DAGLI UFFICI

Bilanci falsi, sei anni a ScopellitiGovernatore: "Sentenza inquietante"

Mano pesante del giudice: interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il pm aveva chiesto una condanna di cinque anni. I fatti risalgono a quando Scopelliti era sindaco di Reggio Calabria

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Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, è stato condannato, come ex sindaco di Reggio Calabria, a sei anni di reclusione per abuso e falso e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per aver firmato dei bilanci ritenuti falsi. La vicenda era esplosa in seguito alle autoliquidazioni dell'ex dirigente comunale Orsola Fallara. Quest'ultima si suicidò nel 2010. Il pm aveva chiesto 5 anni.

Scopelliti: "Sentenza clamorosa" - Dopo la lettura della sentenza Scopelliti ha commentanto: "Le sentenze vanno rispettate sopratutto quando si è uomini delle istituzioni, ma non posso esimermi dal commentare quella che mi riguarda. Una sentenza clamorosa che lancia un messaggio inquietante e pericoloso per tutti gli amministratori del Paese".

"Ad oggi - ha aggiunto Scopelliti - non è emerso un solo elemento probatorio che consenta di individuare la certezza della mia responsabilità". "Credo - ha concluso - che ci siano anche delle riflessioni da fare. Io ho firmato gli stessi atti che ha firmato il sindaco facente funzione che mi ha sostituito".

Difesa Scopelliti: "Siamo delusi"
- "Siamo ovviamente delusi dall'esito del processo, aspettiamo le motivazioni della sentenza". Lo ha detto uno dei difensori di Giuseppe Scopelliti, l'avvocato Aldo Labate, dopo la sentenza emessa dai giudici del tribunale di Reggio Calabria.

L'origine del processo, una parcella da 750mila euro - Il processo ha avuto origine dalle autoliquidazioni che avrebbe fatto l'ex dirigente dell'Ufficio finanze del Comune Orsola Fallara, suicidatasi nel 2010. Le parcelle che Orsola Fallara si liquidò, per un importo di 750mila euro, erano da mettere in relazione al suo incarico di rappresentante del Comune nella Commissione tributaria. L'inchiesta fu avviata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria nell'ottobre del 2011. Si è poi estesa e la Procura reggina ha disposto una serie di accertamenti tecnici sui conti del Comune dai quali sarebbero emerse una serie di irregolarità nei bilanci dell'ente dal 2008 al 2010. Della vicenda si sono occupati anche gli ispettori generali delle Finanze.

Nel luglio del 2012 è stato disposto il rinvio a giudizio degli imputati, mentre il dibattimento ha avuto inizio il 7 novembre del 2012. Nel corso delle udienze sono stati sentiti numerosi testi dell'accusa e della difesa. Scopelliti, nel corso del suo interrogatorio, aveva riferito ai giudici che il 2 novembre del 2009 chiese conto alla Fallara delle autoliquidazioni delle parcelle e la funzionaria gli disse: "mi vergogno, ma è tutto vero". Da quel momento i "nostri rapporti - aveva detto Scopelliti ai giudici - si interruppero".