"Mancavano protocolli"

Coronavirus, Fontana a Tgcom24: "Ci siamo trovati a combattere a mani nude contro il Covid"

"Nessuno ci disse di disporre un magazzino con dispositivi di protezione, tipo le mascherine. Anzi, diverso materiale era stato inviato in Cina"

All'inizio dell'epidemia "i protocolli di fatto ci impedivano di testare persone che non fossero state in Cina o non avessero avuto rapporti con qualcuno che fosse tornato dalla Cina". Così il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, intervistato a Tgcom24 dal direttore Paolo Liguori, ricostruisce l'inizio dell'epidemia. E, denunciando una "mancanza di informazioni da parte del governo", spiega che "ci siamo trovati a combattere a mani nude".

"Abbiamo avuto un handicap pesante - ricorda il governatore. - Nessuno ci disse di disporre un magazzino con dispositivi di protezione, tipo le mascherine. Anzi, diverso materiale era stato inviato in Cina".  Sulla gestione della crisi, Fontana ricorda che ci è trovati in una situazione di massima emergenza: "I malati aumentavano e iniziò una corsa agli ospedali. Arrivavano a ondate, non riuscivano più a respirare, era incredibile".

Ora la situazione è migliorata. Per il recente focolaio nel Mantovano, ad esempio, "subito siamo intervenuti.  adesso lo possiamo fare anche perché abbiamo più tamponi rispetto all'epoca". 

Fontana ricorda poi diversi interventi, da parte della Regione, "per sostenere l'accesso al credito e aiutare piccole e medie imprese". "Le Regioni hanno lavorato bene nell'emergenza: infatti le linee guide per la ripresa delle attività sono nate da un accordo tra le Regioni anche se di diverso politici". 

Fontana parla anche di autonomia e del difficile rapporto con le autorità centrali. "Erano 2 anni che chiedevo assunzioni di medici e infermieri al governo, ma non potevo farlo per una legge nazionale. Se avessi potuto assumere quelle persone, avremmo potuto dare una risposta migliore" alla crisi sanitaria. 

Questione  smart working: "è stato utile in una prima fase,  ma credo adesso che gradualmente le persone devono tornare al loro posto di lavoro". "Questo è il momento - conclude - in cui il pubblico deve dare la possibilità ai cittadini di lavorare meglio, meno burocrazia e scartoffie".