PROVVEDIMENTO SOSPESO

Messina, Gip dispone l'arresto del deputato Pd Francantonio Genovese

Il provvedimento è sospeso ed è stato inviato alla presidenza della Camera che dovrà dare il via all'iter per l'autorizzazione a procedere. L'ex sindaco si autosospenderà dal partito e dal gruppo parlamentare

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Il Gip di Messina ha accolto la richiesta di arresto formulata dalla locale Procura per il parlamentare nazionale del Pd ed ex sindaco della città siciliana, Francantonio Genovese, nell'ambito di un'inchiesta sulla formazione. Il provvedimento è sospeso ed è stato inviato alla presidenza della Camera.

Il provvedimento del Gip, che ipotizza il reato di associazione per delinquere, riciclaggio, peculato e truffa, di richiesta di autorizzazione, dispone gli arresti in carcere. L'atto è stato già notificato alla presidenza della Camera, che darà il via all'iter per la richiesta di autorizzazione.

"Il parlamentare, nel corso del tempo ha acquisito, grazie ad una rete di complici riferibili anche alla propria famiglia - si legge sul rapporto redatto dagli investigatori e che ha portato alla richiesta di arresto -, il controllo di numerosi enti di formazione operanti in tutta la Sicilia e, parallelamente, di una serie di società che gli hanno permesso di giustificare le appropriazioni, così da lucrare illeciti profitti".

Genovese: "Mi sospenderò da partito e gruppo" - "Per comprensibili ragioni di opportunità, non disgiunte dall'alto senso di rispetto che ho sempre avuto nei confronti delle Istituzioni, dei colleghi di partito e dei Parlamentari tutti, anticipo la mia determinazione ad autosospendermi dal Partito democratico e dal gruppo parlamentare". Così in una nota Francantonio Genovese.

"Con riferimento alla richiesta di autorizzazione a procedere presentata alla Camera dei Deputati dalla Procura della Repubblica di Messina - scrive il deputato del Pd - mi preme chiarire che, al momento, ho avuto contezza solo dei capi di imputazione e non delle ragioni a sostegno delle accuse mossemi. Sin da ora, tuttavia, anche alla luce di quanto emerso, in questi ultimi mesi, nel corso di un parallelo procedimento penale ed avuto riguardo alla documentazione già depositata agli inquirenti dai miei difensori, sono certo di poter fornire ogni chiarimento utile ad escludere la sussistenza degli addebiti che mi vengono contestati. Ciò farò, con serenità, in ogni sede, non esclusa quella parlamentare".

Altre quattro persone ai domiciliari - Agli arresti domiciliari intanto sono finte altre quattro persone, tutte accusate di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate al finanziamento di progetti formativi tenuti da numerosi centri di formazione professionale.

Oltre ai già noti Lumen, Aram, Ancol sono finiti sotto inchiesta anche gli enti Enfap, Enaip, Ial, Training service L&C Learning e consulting, Cesam, Ecap, Esofop, Apindustria e Reti. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto, Sebastiano Ardita, e dai sostituti, Camillo Falvo, Liliana Todaro, Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti, avrebbero permesso di accertare che i soggetti indagati, attraverso gli Enti di formazione e società appositamente create, grazie a prezzi gonfiati per l'acquisto di beni e servizi o, addirittura, a prestazioni totalmente simulate, sottraevano a loro vantaggio i fondi assegnati per lo svolgimento dei corsi di formazione. La gran parte degli indagati sono risultati tra loro legati da vincoli di parentela e di assoluta fiducia.