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"EU Aid Volunteers", l'Europa che aiuta 18 mila volte

L'Unione europea ha appena lanciato un'iniziativa che da qui al 2020 creerà 18.000 opportunità di volontariato. Tgcom24 ha intervistato la commissaria europea per la cooperazione internazionale Kathalina Georgieva

tgcom24

Un' Europa che pensa anche alla cooperazione internazionale. E' stato istituito dall' Unione un programma per creare entro il 2020 ben 18 mila opportunità di volontariato. Sarà possibile partire alla volta di Paesi in situazione di emergenza e affiancare associazioni non governative rigorosamente selezionate da Bruxelles. Un progetto presentato già nel 2010, messo a punto negli anni successivi, fino alla proposta legislativa nel 2012. Oggi è una realtà. Per saperne di più, capire chi possa fare domanda, quali siano i requisiti necessari abbiamo intervistato Katalina Georgieva, commissaria europea per la cooperazione internazionale.

L' Unione europea ha appena lanciato il programma "EU Aid Volunteers". Si prevede che da qui al 2020 si creeranno 18.000 opportunità di volontariato. Chi può partecipare al programma?
È vero, una delle novità più interessanti introdotte dal trattato di Lisbona è il lancio dell'iniziativa EU Aid Volunteers, ossia "Volontari europei per l'aiuto umanitario", grazie al quale gli europei desiderosi di aiutare gli altri possono partecipare attivamente alle attività di soccorso alle vittime di crisi e catastrofi in tutto il mondo. Il programma permette di unire il valore europeo della solidarietà con la necessità di preservare la vita e alleviare le sofferenze. Possono partecipare tutti i cittadini maggiorenni provenienti da uno Stato membro dell'UE o da un paese confinante. L'iniziativa è aperta a una varietà di profili: i candidati possono essere persone desiderose di acquisire esperienza nel settore umanitario oppure esperti in un qualsiasi settore collegato agli aiuti umanitari, oppure ancora cittadini in pensione che vogliono mettere la loro esperienza a disposizione degli altri. Il programma accoglierà sia i giovani che i giovani di spirito. Nei mesi a venire saranno definiti criteri più specifici relativi alle abilità e alle competenze richieste.

In che modo funzionerà esattamente e come sarà finanziato?
Il programma sarà attuato attraverso partenariati tra le organizzazioni che inviano volontari dall'Europa e le organizzazioni ospitanti nei paesi terzi colpiti da una catastrofe. La Commissione certifica che le organizzazioni umanitarie partecipanti rispettano e applicano standard e procedure dell'UE - queste norme sono in preparazione e dovrebbero essere adottate in autunno. Le organizzazioni di invio saranno responsabili di individuare progetti umanitari adeguati in base alle esigenze e richiederanno sovvenzioni dell'UE per la realizzazione del programma. La Commissione europea fornirà finanziamenti per l'invio dei volontari.

Ci sarà una quota per i singoli Paesi? Ad esempio, quanti italiani parteciperanno?
Non ci saranno quote nazionali, ma faremo in modo che tutti i Paesi europei siano rappresentati. Gli italiani hanno già mostrato vivo interesse per il programma: 20 dei 250 volontari che hanno partecipato ai progetti pilota hanno scelto di aderire all'iniziativa. Vorrei incoraggiare più italiani a partecipare! Sarà una grande opportunità per lavorare con persone provenienti da tutta Europa e dal resto del mondo.

Come ci si candida? Quanto dura il servizio?
I volontari potranno candidarsi on-line tramite una piattaforma centrale che sarà lanciata all'inizio dell'anno prossimo. La durata del servizio dipende dalla missione, va da poche settimane a un anno in base alle esigenze dei progetti umanitari.

Ci saranno corsi di formazione per i volontari?
Sì, i Volontari europei per l'aiuto umanitario riceveranno una formazione completa per assicurare che il loro contributo sia il più utile possibile e per dare loro le competenze necessarie per impegnarsi nelle operazioni di aiuto. Dopo la formazione, sarà verificata la loro preparazione.
Se necessario, la formazione può comprendere anche un'esperienza di lavoro presso la sede di un'organizzazione umanitaria prima di lavorare sul campo. Le nostre organizzazioni partner potranno fornire anche formazioni supplementari su misura per le esigenze specifiche di un particolare progetto o paese. La sicurezza, ad esempio, è una questione fondamentale e sarà adeguatamente trattata nella formazione. Nessun volontario inesperto sarà inviato per progetti in cui la sicurezza è a rischio.

Quali saranno i vantaggi per i partecipanti?
Sarà innanzitutto un'esperienza umana di grande valore - lavorare con persone che la pensano allo stesso modo, provenienti da tutta Europa e dal resto del mondo, prestando il proprio aiuto a comunità vulnerabili e vivendo in prima persona alcune delle più grandi sfide del nostro tempo. Mi vengono in mente le parole di Anna Frank: "La cosa meravigliosa è che non occorre aspettare neanche un momento, per iniziare a rendere il mondo migliore." Penso che questo senso di soddisfazione e di contributo sia il vantaggio più grande.
Inoltre, per i giovani l'esperienza di Volontariato europeo per l'aiuto umanitario è un apporto prezioso alla propria carriera. Partecipando al programma i giovani potranno rafforzare le loro competenze e conoscenze oltre a stabilire nuovi contatti, preziosi nella difficile situazione del mercato del lavoro attuale.

Qual è il budget previsto e come sarà gestito?
Il bilancio dell'iniziativa Volontari europei per l'aiuto umanitario è di quasi 148 milioni di euro da qui al 2020. Questi fondi saranno usati per la formazione dei volontari, per supportarne la distribuzione e per assicurarsi che le loro competenze e il loro entusiasmo siano impiegati al meglio.

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