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Chirurghi Usa avvertono: "Il selfie distrugge l'autostima"

Negli States, solo nell'ultimo anno, sono cresciuti del 10% gli interventi al volto

Si allunga il braccio, si fa un'espressione - simpatica, dolce, sexy, annoiata, triste o arrabbiata - e si scatta con lo smartphone. Il selfie, però, sarebbe tanto facile quanto dannoso. Perché starebbe alterando il modo in cui le persone si vedono facendo aumentare i complessi relativi all'aspetto fisico soprattutto tra i giovani. Tanto che gli esperti dell'American academy of facial plastic and reconstructive surgery, attribuiscono alla mania dell'autoscatto la responsabilità di un'impennata nelle richieste di ritocchi per piccole zone del volto.

Aumento del 10 % in un anno - Gli esperti hanno presentato i risultati di una ricerca condotta su 2.700 chirurghi plastici facciali americani. E' stato registrato un incremento del 10% in un anno delle richieste di ritocchi per piccole zone del volto, soprattutto da parte dei giovani di età inferiore ai 30 anni, maschi e femmine, per il 58% dei chirurghi che hanno partecipato al sondaggio. La rinoplastica è aumentata del 10%, il trapianto dei capelli del 7% e il lifting delle palpebre del 6 % solo nell'ultimo anno, si legge nello studio.

Edward Farrior, presidente dell'accademia, spiega: "I social network hanno creato nuovi complessi estetici e un occhio molto più severo verso la propria immagine perché chi usa tali mezzi ritiene che il primo impatto visivo sia fondamentale per fare amicizia, intraprendere relazioni romantiche o per motivi professionali". Le fotografie rimandano una immagine cruda che spesso mostra imperfezioni che colgono di sorpresa i diretti interessati.

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