DELITTO DI AVETRANA

Avetrana, le motivazioni della sentenza: "Alibi fasulli, Sabrina uccise Sarah in casa"

Vere le accuse del padre: "Michele non avrebbe motivi per accusare ingiustamente la figlia". Per i giudici il litigio era cominciato in strada ma il delitto è avvenuto nell'abitazione

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L'alibi di Sabrina Misseri, per i frangenti in cui la cugina Sarah Scazzi è stata uccisa il 26 agosto 2010 ad Avetrana (Taranto), "è falso". Lo scrivono i giudici della Corte di Assise di Taranto nelle motivazioni della condanna all'ergastolo di Sabrina e Cosima Serrano. A conferma di ciò ci sono gli sms non veritieri che la stessa Sabrina ha inviato dal telefonino della cugina. Per i giudici, poi, il delitto è avvenuto in casa: "L'hanno strangolata con la cintura".

Il deposito delle 1.631 pagine della motivazione è avvenuto nel tardo pomeriggio di martedì, undici mesi dopo dopo la sentenza di primo grado, emessa il 20 aprile 2013. Per il delitto furono condannate complessivamente nove persone: tra loro anche Michele Misseri, papà di Sabrina e marito di Cosima, a cui furono inflitti otto anni di reclusione per soppressione di cadavere.

Proprio il ruolo di Michele è al centro di un altro passaggio delle carte. Secondo i giudici, infatti, l'uomo non avrebbe avuto "alcun ragionevole motivo per accusare ingiustamente, provocandone la sua carcerazione, proprio la figlia prediletta Sabrina e non altri soggetti". Le sue accuse, quindi, sarebbero vere. Dal soliloquio intercettato in auto del 5 ottobre 2010 si evince che "non è più in grado di reggere il peso di ciò che egli sa essere accaduto", cioè che la figlia ha ucciso la cugina.

Strangolata in casa con la cintura - Sarah, secondo i giudici, venne strangolata in casa Misseri da Sabrina e Cosima con una cintura. "Non vi sono elementi probatori - scrive in proposito la Corte - che avvalorino l'ipotesi che Sarah sia stata uccisa (strangolata) in auto. Le evidenze probatorie, se valutate unitamente ai comportamenti post-delictum, fanno ragionevolmente ritenere che le imputate, dopo aver riportato la ragazza presso la loro abitazione, dove evidentemente si rinfocolava la lite, ivi l'abbiano strangolata con una cintura, secondo gli esiti dei rilievi autoptici del consulente Strada".

Movente non era solo la gelosia per Ivano - "Sabrina aveva un movente per commettere il delitto", un movente che "non può essere riduttivamente ascritto alla gelosia". E' il parere dei giudici che hanno inflitto l'ergastolo a Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Alla gelosia "va considerata - scrive la Corte - la parallela incidenza, ancor più nel caso di una situazione configurabile come delitto d'impeto, del groviglio di concorrenti sentimenti e tensioni, anche da altre cause originati", in cui la gelosia "s'innestò in un determinato momento della vita dell'imputata, caricandosi ulteriormente di rabbia e rancore destinati ad esplodere, alla prima occasione, in danno della cugina Sarah, rea di aver determinato la rottura con il Russo (Ivano, ragazzo di cui le due cugine si erano invaghite, ndr), in quel contesto temporale ritenuta irreversibile". Il tutto "nell'ambito di un profilo caratteriale connotato da accenti di irruenza e aggressività".

I Misseri d'accordo sulla soppressione del cadavere - La soppressione del cadavere di Sarah avvenne con "l'accordo iniziale di tutti i componenti della famiglia Misseri". "Subito dopo la morte della Scazzi - scrive la Corte - tutti e tre i componenti del nucleo familiare interloquirono sul da farsi; Michele Misseri, unica persona, peraltro, che avrebbe potuto provvedere ad allontanare immediatamente il cadavere di Sarah, quale atto più urgente, ritenne di accondiscendere alla richiesta proveniente dalle autrici del delitto. Nell'occasione lo stesso Misseri assicurò a moglie e figlia, anche in questo caso accedendo ad una specifica loro richiesta, che avrebbe distrutto 'tutto' e fatto sparire ogni traccia di Sarah".