Tirreno Power, disposto sequestro Gip: "Nesso tra emissioni e morti"
E' emerso il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall'Aia. Avviato lo spegnimento degli impianti di Vado Ligure (Savona)
Il gip di Savona, Fiorenza Giorgi, ha disposto il sequestro per la Tirreno Power, centrale elettrica a carbone di Vado Ligure. Gli accertamenti avrebbero fatto emergere il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) e l'azienda sta spegnendo gli impianti. Nei due filoni d'inchiesta per disastro ambientale doloso e omicidio colposo, ci sarebbero 5 indagati.
Oltre all'ex direttore generale, Giovanni Gosio, e al direttore di centrale, Pasquale D'Elia, ci sono altri tre nomi che hanno ruoli centrali in azienda. Oltre al superamento di alcuni limiti imposti dall'Aia, il sequestro sarebbe scattato anche per l'assenza del "sistema di monitoraggio a camino", che avrebbe dovuto essere realizzato entro il 14 settembre 2013. Il gip spiega nell'ordinanza che la centrale potrà ripartire dopo che si sarà messa in regola, introducendo tecnologie adeguate.
Gip: "Azienda negligente, centraline inattendibili" - Il sequestro è avvenuto inoltre per il mancato rispetto dell'uso di olio combustibile contenente zolfo allo 0,3% rispetto a quello con l'1% usato dalla centrale e la mancata copertura del parco carbone. Da parte dell'azienda, si legge nell'ordinanza, c'è stato un "comportamento negligente" e "i dati sulle emissioni provenienti dalle centraline sono inattendibili". Per il giudice "le indicazioni dell'Aia non sono state rispettate".
A gravare sulla responsabilità della centrale riguardo al disastro ambientale e al danno sulla salute dei cittadini ci sarebbe la posizione in cui è stata collocata una centralina, quella per il Sistema di Monitoraggio delle Emissioni, la cosiddetta 'Sme' che doveva controllare i limiti di inquinamento imposti dall'Aia, che la voleva collocata in un 'camino'. L'azienda aveva proposto una diversa collocazione su cui ha trovato il consenso del ministero dell'Ambiente. Il giudice ordina di collocarla dove previsto dall'Aia, che venga tarata da un tecnico super partes e monitorata costantemente.
Nesso tra emissioni e morti - L'ordinanza del gip parla anche di un nesso di causalità tra emissioni, morti e patologie. Le prove sarebbero fornite dalla rarefazione dei licheni e nel contemporaneo aumento delle malattie.
La società sta spegnendo gli impianti - Per mettere a riposo i gruppi a carbone serviranno circa 20 ore: sei per completare lo spegnimento e altre 14-15 per smaltire il carbone all'interno dei gruppi. Nominato custode giudiziario il direttore della centrale Massimiliano Salvi. Tirreno Power è controllata al 50% da Gdf Suez, al 39% da Sorgenia, società del gruppo Cir che fa capo a Carlo De Benedetti, al 5,5% Hera e al 5,5% Iren.
Impianti da adeguare - Oltre alla violazione dei limiti dell'Aia, la sanzione comprende anche il mancato adeguamento degli impianti, sprovvisti delle moderne tecnologie in fatto di emissioni nocive per la popolazione. La Procura infatti ha aperto un'inchiesta contro i vertici di Tirreno Power, indagati per disastro colposo legato alle emissioni che negli ultimi anni avrebbero colpito la popolazione. La società dovrà quindi provvedere ad adeguare gli impianti e ad effettuare controlli giornalieri per verificare l'abbattimento dell'inquinamento. L'ordinanza spiega infatti come gli impianti siano stati usati al massimo, senza accorgimenti anti emissioni e con provvedimenti definiti, in ambito giudiziario, "specchietti per le allodole".
L'azienda: "Continueremo a operare nel rispetto della legge" - Tirreno Power, da parte sua, fa sapere che "intende continuare ad operare nel pieno rispetto della legge, difendendo il suo diritto a fare impresa in modo responsabile, così come ha sempre fatto". In una nota l'azienda fa sapere che "il provvedimento di sequestro è complesso, è allo studio dei tecnici e dei legali, che lo stanno valutando in tutte le sue implicazioni".
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