Buone notizie sul fronte del Pil italiano. Secondo i dati comunicati dall'Istat, il prodotto interno lordo è tornato positivo negli ultimi tre mesi del 2013 dopo nove trimestri consecutivi con il segno meno. Complessivamente nel 2013 il Pil ha subito una caduta dell'1,8%, un dato corretto rispetto alle stime che davano un calo dell'1,9% (nel 2012 il calo era stato del 2,4%).
Il 2014 eredita dallo scorso anno un +0,1% - Il 2014 eredita dallo scorso anno una variazione acquisita del Pil pari allo 0,1%. In altre parole, sottolinea l'Istat, il lascito del 2013 è una crescita di un decimo superiore allo zero. Sarebbe questo infatti il risultato se in tutti e quattro i trimestri dell'anno il Pil restasse fermo in termini congiunturali, segnando quindi quattro variazione nulle di fila.
Consumi famiglie quarto trimestre -0,1%, su anno -1,4% - La spesa delle famiglie residenti nel quarto trimestre del 2013 è scesa dello 0,1% in termini congiunturali, mentre ha subito una contrazione del'1,4% su base annua. Lo rileva l'Istat, diffondendo i dati sui consumi finali.
Nel 2012 -4,7% il potere d'acquisto delle famiglie - Pessime notizie per le famiglie: nel 2012 il potere d'acquisto delle famiglie è calato quasi del 5% (4,7%). Una caduta - dice l'Istat - "di intensià eccezionale" prodotta dall'aumento del prelievo fiscale (Imu, contributi sociali, ecc) che ha "notevolmente contribuito alla forte contrazione del reddito": -2% quello "disponibile" 2012.
Cuneo 2012 quasi al 50% del costo del lavoro - Nel 2012 il valore medio del cuneo fiscale e retributivo per i lavoratori dipendenti è stato pari al 49,1% del costo del lavoro. Cioè i lavoratori hanno ricevuto in media 16.153 euro l'anno contro un costo complessivo del lavoro di 31.719 euro.
Pressione Ue in calo, +3 punti in Italia - Tra il 2000 e il 2012, la pressione fiscale nei 27 Paesi dell'Ue è diminuita complessivamente di 0,5 punti percentuali, mentre in Italia è aumentata di quasi 3 punti, l'incremento più elevato se si escludono i casi di Malta e Cipro. La pressione fiscale in Italia si attesta nel 2013 al 43,8% del Pil (44% nel 2012).
Giù l'aliquota per le imprese al 26,1% - L'applicazione a regime delle novità normative introdotte per le imprese (riporto delle perdite, deducibilità Irap sul costo del lavoro e detassazione dal reddito di impresa del rendimento figurativo del capitale proprio, il cosiddetto Ace, Aiuto alla Crescita Economica) "comporterà una riduzione dell'aliquota effettiva del prelievo sui redditi delle imprese: l'aliquota mediana passerebbe dal 28,5 al 26,1%, valore inferiore all'aliquota legale". Se si considera anche la componente Irap gravante sui redditi di impresa, l'aliquota effettiva mediana dovrebbe raggiungere il 31,3%.