I civili di Yarmouk, sobborgo di Damasco sotto assedio del regime dallo scorso luglio, sono costretti a mangiare cani, gatti o piante non commestibili per sopravvivere, a causa del rafforzamento del blocco che impedisce la consegna di cibo e medicinali. A lanciare l'allarme è Amnesty International, secondo cui quasi 200 persone hanno perso la vita a causa di malattie legate alla sottoalimentazione e 128 tra queste sono morte di fame.
La denuncia di Amnesty International contro il regime siriano, accusato di crimini di guerra e contro l'umanità, è racchiusa in un rapporto di 40 pagine, nelle quali viene fuori tutto il dramma vissuto dalle circa 17.000-20.000 persone ancora intrappolate a Yarmouk, senza cibo e senza cure mediche adeguate. Una crisi umanitaria catastrofica quella denunciata dalla nota organizzazione, secondo cui i residenti dell'isolato sobborgo della capitale non mangiano frutta e verdura da mesi. Inoltre i prezzi locali sono aumentati in modo esponenziale, con il prezzo del riso arrivato alle stelle e fuori portata della maggioranza della popolazione.
Da mesi i residenti sono costretti a cercare cibo nelle strade o nei campi, con il rischio di essere uccisi dai cecchini dell'esercito siriano, in cerca di qualcosa che potrebbe essere commestibile, compresi cactus e piante non commestibili.
Il rapporto evidenzia inoltre come le forze governative e loro alleati abbiano ripetutamente effettuato attacchi aerei e bombardamenti con armi pesanti su edifici civili, come scuole, ospedali e persino una moschea.