"Papa Francesco studierà le unioni gay e approfondirà le ragioni che hanno convinto alcuni Stati a legalizzarle". Lo rivela Timothy Dolan, arcivescovo di New York. "Ciò non significa che il pontefice è a favore", si affretta a chiarire il cardinale che, nel 2011, si disse "dispiaciuto e preoccupato" per la decisione dell'amministrazione della Grande Mela di regolarizzare l'unione tra persone dello stesso sesso.
Negli Stati Uniti c'è molta attesa per una presa di posizione ufficiale di Bergoglio sul tema dei matrimoni gay. Fin dal luglio scorso quando il pontefice disse: "Se qualcuno è gay e cerca il Signore in buona fede, chi sono io per giudicare?".
Dolan, tuttavia, non cambia la propria opinione e, conversando con un giornalista dell'emittente statunitense Nbc, aggiunge: "Il matrimonio tra un uomo e una donna non è qualcosa che riguarda solo la religione e i sacramenti. E' anche un elemento base della costruzione della società e della cultura. E se in qualche modo annacquiamo il significato sacro del matrimonio, temo che non soffra solo la Chiesa, temo che ne soffrano anche la cultura e la società".
Il cardinale ribadisce quindi quanto già affermato poco dopo l'elezione di Papa Francesco: "Sbaglia chi si aspetta grandi cambiamenti nella dottrina della Chiesa su questioni delicate come l'aborto o le nozze gay. Il nuovo Pontefice è una persona abbastanza avveduta da dire: va bene gli insegnamenti tradizionali della Chiesa, ma bisogna anche riconoscere che molti di loro non riescono più a passare. E siccome non posso e non voglio cambiarli perché vengono dal Signore, posso lavorare per renderli più allettanti e convincenti".