KILLER DEL PICCONE

Kabobo, pm chiede 20 anni di carcere Chiesti anche sei anni in una casa di cura

Al ghanese, che uccise tre passanti con un piccone, potrebbe essere riconosciuta la seminfermità mentale, dovuta a una forma di "schizofrenia paranoide"

© carabinieri

Il pm di Milano Isidoro Palma ha chiesto la condanna a vent'anni di reclusione per Adam Kabobo, il ghanese che l'11 maggio del 2013 uccise a colpi di piccone tre passanti. La procura ha inoltre chiesto il riconoscimento della seminfermità mentale e anche la condanna a sei anni da passare in una casa di cura dopo l'espiazione della pena.

Il pm milanese ha motivato la decisione spiegando che uno dei possibili moventi del triplice omicidio è stato "il rancore verso la società" dell'assassino, che si sentiva escluso. Kabobo sarebbe stato mosso anche da una "finalità depredatoria", avendo rubato i cellulari dei passanti uccisi; l'immigrato inoltre avrebbe agito con "lucidità".

La richiesta - A fine requisitoria il pm Palma, davanti al gup Manuela Scudieri, ha chiesto vent'anni di carcere con lo sconto della seminfermità mentale. Al termine della pena, altri sei anni da scontare in una casa di cura con custodia. Nell'udienza precedente il giudice aveva negato la richiesta della difesa, che intendeva sottoporre Kabobo ad un'ulteriore perizia psichiatrica, dopo quella depositata lo scorso ottobre dallo psichiatra Ambrogio Pennati e dalla criminologa Isabella Merzagora. La perizia aveva fatto riferimento alla capacità di intendere e di volere di Kabobo, ma solo una seminfermità mentale dovuta a una forma di "schizofrenia paranoide"; la sua capacità di intendere sarebbe stata ''totalmente assente'' e quella di volere "sufficientemente conservata". Il tribunale del Riesame aveva stoppato il trasferimento del ghanese in un ospedale psichiatrico giudiziario.

Tre i moventi - Per il pm sarebbero tre gli elementi come moventi delle uccisioni. Innanzitutto il rancore verso la società da parte dell'immigrato, che allo psichiatra diceva di un odio per i "bianchi", derivante dalle voci che avrebbe sentito. Secondo, la "finalità depredatoria" manifestata con il furto dei cellulari delle vittime. Infine, l'esigenza dell'omicida "di attirare su di sè l'attenzione" da parte della società. Per il pm, Kabobo comunque si sarebbe mosso con lucidità avendo risparmiato un passante che si era difeso rifugiandosi sotto un portone, scegliendo poi altri obiettivi.

Sentenza rinviata - Prossimi passaggi: prima parleranno i legali dei familiari delle vittime, poi i difensori dell'africano, gli avvocati Benedetto Ciccarone e Francesca Colasuonno. Il processo con rito abbreviato è stato rinviato al 31 marzo, a causa della necessità di traduzioni. Oggi infatti sono intervenuti solo il pm e una delle parti civili, dopodichè il giudice chiesto agli altri legali di parte civile e alle difese di preparare delle memorie scritte, più facilmente comprendibili per Kabobo. In udienza l'imputato non riusciva a capire le parole delle parti, nonostante il lavoro degli interpreti.
La difesa: "Per lui nemmeno le traduzioni" - Dopo la decisione del rinvio, i difensori del ghanese hanno evendenziato che al loro assisitito non è stata data la possibilità di "comprendere quanto avviene in udienza e quello che ha detto il pm; oggi in aula c'era un nuovo perito traduttore che però non riusciva bene a comprendere l'italiano". Per la difesa Kabobo, nel giorno delle uccisioni, era totalmente incapace di intendere e di volere, a differenza di quanto esposto dal pm. Sulla richiesta di vent'anni: "E' una richiesta di condanna che ci aspettavamo, ma nella prossima udienza dovremo discutere noi e poi spetterà al giudice decidere".
Figlio di una vittima: "Richiesta insufficente" - Intanto arrivano i commenti alla richiesta del pm da parte di Andrea Masini, figlio di Ermanno, una delle tre vittime. Per Masini la richiesta "è insufficente". "'Uno che ha ammazzato tre persone e ha tentato di ucciderne altre tre deve finire i suoi giorni in carcere", ha detto il figlio del pensionato. "Il vero problema è l'immigrazione, lo Stato non fa nulla e non è in grado di gestirlo''.
Salvini: "Non deve più rivedere luce del sole" - Sul caso è intervenuto nuovamente Matteo Salvini, segretario della Lega Nord: "Ribadisco che Kabobo deve marcire in galera e non deve più vedere la luce del sole da uomo libero". Per Salvini, Kabobo dovrebbe scontare la pena "preferibilmente nel suo paese, cosi' almeno non lo manteniamo".